







Formazione Mister e non solo
Oggi vi parlo di una bella persona incontrata da qualche mese sui campi da calcio, DOMENICO ROMANO, allenatore della squadra 2012 della società Piccardo Traversetolo. Un amante del calcio, un vero appassionato, dotato di grande equilibrio, e una stimata guida per i suoi piccoli calciatori e le loro famiglie.
Come ben sappiamo, il calcio è nel bene o nel male lo sport più chiacchierato al mondo. Tutti noi facciamo calcio perché da sempre siamo innamorati di questo sport, tutti noi ci battiamo per difenderlo sempre e comunque. Ma ci rendiamo amaramente contro che, soprattutto nei campi dilettantistici e giovanili, spesso e volentieri diventa difficile uscire dal campo senza vivere scenari imbarazzanti.
E’ per questo che mi ha colpito subito Domenico, perché è piuttosto raro incontrare persone capaci di rimanere se stesse dentro e fuori dal campo, senza assumere “sembianze aliene” vivendo la trance agonistica.
Inoltre, Domenico è creatore di un preziosissimo gruppo whatsapp con molti contatti di mister e dirigenti per l’organizzazione di amichevoli. Devo ammettere che incontrare persone serie, pacate e rispettose con cui poter far nascere belle amicizie e avere continui confronti penso sia una delle parti migliori del nostro bellissimo calcio.
Romano Domenico detto “Mimmo” sposato e padre di Salvatore (juoniores Plaza Montecchio) e Giuseppe (esordienti Picardo Traversetolo) ecco cosa ci racconta della sua esperienza.
Il mio approccio con il mondo del calcio è stato lo stesso di tutti i bambini ovvero con la frequentazione di una scuola calcio con la società sportiva US TRECASE con cui ho fatto tutte le trafile del settore giovanile.
Una cosa che ricordo di quella esperienza è stata quando all’età di circa 8 anni per una partita amichevole l’allora istruttore decise di fare le convocazioni. Convocazioni fatte su un bigliettino ed affisso alla porta dello spogliatoio. Una cosa SQUALLIDA. Naturalmente io non facevo parte dei convocati. Questo episodio a distanza di anni è rimasto impresso nella mia mente.
Successivamente appena maggiorenne ho fatto parte di una squadra di amatori, nella quale avevo il doppio ruolo di calciatore allenatore Nel momento in cui il livello dei campionati inizio a crescere decisi di aiutare gli allenatori che di anno in anno arrivarono.
Dopo poi mi sono trasferito in provincia di Parma, e mi sono affacciato di nuovo nel mondo del calcio questa volta nelle vesti di genitore. Ho deciso poi di riprendere a calcare i campi da calcio quando ho visto istruttori di scuola calcio avere un solo obiettivo la vittoria a tutti i costi
Allora dentro di me è scattata la scintilla. Ho pensato che ognuno di noi deve fare qualcosa per cambiare questo splendido mondo quello delle scuole calcio. Ho ripreso ad allenare questa volta però i bambini, ho deciso di aggiornarmi di frequentare corsi, perché ritengo che a questa età, sia fondamentale conoscere cosa fare, ma soprattutto cosa non fare con dei bambini che hanno un’età così sensibile.
Ho scoperto un mondo nuovo, bellissimo perché i bambini ti danno delle emozioni e soddisfazioni che con i grandi neanche si possono immaginare. Allenare un’annata di scuola calcio secondo me è una delle cose più belle che possa capitare a un istruttore l’importante che questo venga fatto mettendo i bambini al centro del progetto, i bambini devono essere trattati tutti allo stesso modo, devono avere pari opportunità.
A questa età deve prevalere soprattutto l’aspetto motorio coordinativo in un contesto ludico e di puro divertimento, mentre il risultato sportivo deve essere l’ultimo degli obiettivi. Tutto questo è sancito in un documento che per me è diventato Bibbia, LA CARTA DEI DIRITTI DEI RAGAZZI.
Poiché i tempi sono cambiati e adesso ci troviamo nell’era della tecnologia, per aiutare me e tanti altri colleghi come me ho creato un gruppo Whatsapp dove ho inserito tutti gli istruttori che ho avuto modo di conoscere in questi anni. Questo strumento è stato molto importante sia per me che per tutti i fruitori, in quanto è stato utile per organizzare vari tipi di eventi tra cui amichevoli e giornate dello sport.
Ritornando al discorso dell’istruttore Io penso che ogni allenatore o istruttore abbia un metodo. Io nel limite del possibile cerco di seguire il metodo di Horst Wein, che all’inizio era allenatore della nazionale di hockey tedesca è dopo ha creato il fenomeno ” Tiki taka” spagnolo. Bellissimo e famosissimo è stato il suo libro IL CALCIO A MISURA DEI RAGAZZI.”
Un grosso ringraziamento e un caro saluto a Mimmo. Come ha scritto qualcuno sui social qualche tempo fa “Per i primi anni calcistici dei ragazzi non serve un allenatore…Serve Domenico Romano!!!”
9 amici che in passato hanno condiviso insieme bellissimi ricordi (soprattutto calcistici), un addio al celibato, una incredibile città…
E’ l’inizio di un bellissimo weekend appena trascorso a Madrid, città oltretutto patria del calcio che conta.
L’ottimo bilancio di questi tre giorni è stato “”offuscato”” da un piccolo ma fastidioso rammarico: quello di non esser riusciti ad assistere dal vivo alla partita di Liga ATLETICO MADRID- CELTA VIGO e la punizione capolavoro del Dio Griezmann.
Il pensiero mi ha innervosito per tutta la serata di sabato, al punto che diventava fondamentale compensare in altra maniera….no, nessun riferimento all’alcool!!!!
Così, nella mattina precedente al ritorno in patria ci ricordiamo di avere qualche ora libere da dedicare a un po’ di “cultura”.
La prima idea era quella di accontentare il nostro compare che reclamava una visita al Bernabeu, essendo l’unico a non aver mai avuto questo privilegio prima.
Dopo un attento confronto tra il gruppetto rimasto, si opta per il nuovissimo Wanda Metropolitano, casa dell’Atletico Madrid, per accontentare tutti.
Partiamo in taxi dal nostro hotel nel centro della città e in circa 15 minuti siamo lì.
Il colpo d’occhio è notevole: un capolavoro, c’è poco da fare. Lo stadio fu inaugurato nel 1994 come impianto per l’atletica, e venne poi ristrutturato una volta acquisito dal Comune di Madrid. Dopo una costosa ristrutturazione, nel settembre 2016 diventa la casa dell’Atletico di Madrid e viene inaugurato alla presenza del Re Felipe VI.
Come vediamo dalle foto, i lavori non sono ancora terminati.
Una volta davanti allo stadio, acquistiamo i biglietti al prezzo di 18€ l’uno e iniziamo il tour.
Iniziamo il viaggio dall’accesso al palco Vip, e ci imbattiamo in qualche attimo di emozionante batticuore di passione calcistica pura e violenta:
Proseguiamo il tour attraversando la zona interviste, e ci buttiamo nella zona di ingresso in campo. Finalmente riusciamo ad entrare: inevitabilmente andiamo a sederci sulla panchina del “Cholo”, godendoci quel rilassante silenzio e provando ad immaginare cosa significhi essere soli su quella panchina sotto 67000 persone…brividi!
Spezzato a fatica l’incantesimo del momento, il percorso del tour ci indirizza verso gli spogliatoi e la sala interviste…praticamente un cinema!
E’ora di uscire, godendoci anche il gentile omaggio di un succo di frutta all’ace, e di buttarci nel minuscolo, quasi insignificante, museo, oltre che nel tradizionale store per acquistare qualche gadget. Molto particolari le targhe sulla pavimentazione in onore dei giocatori della storia dell’Atletico.
Proviamo a prendere la metropolitana per raggiungere l’aeroporto, proprio nella stazione sotto lo stadio. L’organizzazione della metro forse è da rivedere: stadio aeroporto in taxi, scelta che abbiamo poi sposato, 5 minuti. Stadio aeroporto in metro, 1 ora!!!! NON BENISSIMO!
Così, da veri malati di calcio, ci godiamo l’esperienza appena vissuta in attesa del rientro in Italia…purtroppo incoscienti del “drammatico” viaggio di ritorno scandito da 3 ore di ritardo e varie turbolenze in volo!
Grazie Madrid, è stato un piacere.
Spero di essere riuscito nell’intento di trasmettermi un pochino di emozione e di “cuore colchoneros”.
CORAJE Y CORAZON