La Responsabilità Collettiva: Migliorare la collaborazione con i direttori di gara

Riporto un paio di lettere giunte alla redazione di Tuttocampo:
Buongiorno,
sono un padre di un ragazzo che gioca nella categoria giovanissimi. Scrivo queste righe per cercare di portare a conoscenza alcuni aspetti che ho riscontrato già dalla scorsa stagione.Il problema che voglio portare a conoscenza è quello della totale mancanza di una preparazione di quasi tutti i ragazzi e ragazzi che vengono mandati ad arbitrare le partite di questa categoria.
In particolare nell’ultimo turno di campionato hanno mandato una ragazzina completamente priva delle competenze basiche per poter dirigere una partita di calcio.
Nello specifico elenco alcuni episodi per far comprendere meglio cosa intendo: durante la partita non ha fischiato quasi mai interventi fallosi anche punibili con cartellini e, quando fischiava non dava nessuna indicazione e lasciando ai più prepotenti la decisione finale.
Non venivano fischiati fuorigioco anche di decine di metri e all’ennesimo non fischiato ad un giocatore che stazionava nei pressi della porta, alle proteste degli avversari, la stessa si giustificava dicendo che se il guardalinee non sbandierava il fuorigioco lei non poteva fischiarlo!!!! Altro episodio grave è quanto successo sul risultato di 1-0 per la squadra di casa verso la fine del primo tempo: La squadra ospite perde palla al limite dell’area, passaggio all’attaccante che sta per caricare il tiro, ma viene travolto dal difensore di casa. L’arbitro fischia immediatamente il rigore, ma il difensore si mette a protestare dicendo “non è rigore, non è rigore”, allora alla domanda dell’attaccante “allora cosa ha fischiato!” l’arbitro rispondeva “HO FISCHIATO PER CAPIRE COSA SIA SUCCESSO??” ma stiamo scherzando??? Allora di prepotenza il difensore si è sistemato la palla a terra e ha rimesso in gioco senza che l’arbitro dicesse nulla, con l’attaccante incredulo.In pratica il difensore si è fatto togliere prepotentemente il rigore ed ha battuto addirittura una punizione a favore!!!
Morale della favola la partita non poteva che finire con un escalation di nervosismo e falli sempre più cattivi da ambo le parti che hanno scaturito una rissa finale con la stessa arbitro che lasciava il campo tra le lacrime. E questo è solo quello che è successo nell’ultima partita, ma tante altre ne sono accadute in passato.
Ora mi chiedo: E’ omologabile il risultato di una partita del genere? Ha senso continuare a mandare a giocare i nostri ragazzi con questi presupposti? Non sarebbe più opportuno preparare gli arbitri mandandoli a fare gavetta nella categoria esordienti con l’aiuto dei due allenatori?
Scusate lo sfogo ma mandare arbitri completamente allo sbaraglio senza un minimo di preparazione non fa bene ne agli stessi arbitri ne ai ragazzi che in assenza di un giudice vengono sopraffatti dai più prepotenti, ne al sistema calcistico in generale. E’ un indecenza!
Seconda lettera:
Mi trovo a dover replicare a quanto da me postato perchè leggo da molti commenti in risposta che, o non mi sono espresso in modo abbastanza comprensibile o qualcuno ha letto solo il titolo “UN PAPA’ CONTRO UNA RAGAZZINA IMPREPARATA AD ARBITRARE” che è assolutamente fuorviante!
Innanzitutto io non sono CONTRO nessuna ragazzina, e contro nessun ragazzino anzi, sono assolutamente dalla loro parte.
In secondo luogo cerco sempre di aiutare i giovani arbitri e ricoprendo, oltre che il ruolo di padre anche quello di dirigente accompagnatore ed avendo esperienza trentennale nel mondo del calcio, credo di avere le competenze per giudicare ed affermare certe cose.Il mio intervento era si uno sfogo ma era soprattutto per evidenziare che spesso questi giovani arbitri vengono mandati allo sbaraglio, dando per scontato la conoscenza delle regole base e senza fare loro un test per capire se questa conoscenza è sufficiente a poterli far iniziare a CONDURRE una gara.
Fischiare indicando la direzione della squadra a favore, sapere che il fuorigioco lo deve fischiare senza che glie lo indichi il guardalinee (che in questo caso è un dirigente), oppure che se ti batte la palla addosso devi fermare il gioco e riconsegnare la palla a chi ne era in possesso, o che sulla rimessa laterale non c’è il fuorigioco e soprattutto, che SE C’E’ UN INTERVENTO DURO SI DEVE FISCHIARE FALLO E QUANTOMENO RICHIAMARE CHI LO HA COMMESSO, sono cose che se un ragazzino non sa non può essere ammesso ad arbitrare.Voi vi mettereste mai alla guida di un mezzo senza sapere neanche come si accende, come si accelera, si cambia marcia e si frena? Non vi è stato richiesto un test quando avete preso la patente? Quale sarebbe il risultato se vi mettereste alla guida senza sapere le regole della strada?
Lo stesso è stato per questa ragazzina, talmente sprovveduta e impaurita, poverina, da non capire neanche che, una volta fischiato, la decisione spettava a lei ed era insindacabile. Il risultato è stato che molti giocatori in campo soprattutto della squadra di casa, si sono approfittati di questa situazione facendo falli anche cattivi, fino a quando, inevitabilmente, la situazione non è degenerata. E’ stata una fortuna che alla fine non si sia fatto male nessuno!
E, nonostante la partita sia finita in rissa, nessun giocatore/allenatore/dirigente è stato ammonito o espulso! Per chi scrive che il mio racconto sia inverosimile e inventato dico che ho anche alcuni video ed aggiungo che addirittura il tutor pur presente, era nella tribuna e non a bordo campo e non ha aiutato minimamente questa povera ragazzina in balìa degli eventi. Pensate che per lei sia stata un’esperienza positiva? D’altra parte è anche vero che anche i ragazzi dovrebbero essere istruiti dalle società e dagli allenatori a rispettare ed aiutare gli arbitri con correttezza e non approfittarsi della loro inesperienza ma ricordo che anche loro sono ragazzini di 13/14 anni, che in campo sono in 22 e che a loro gioverebbe molto di più avere arbitri di polso che gli insegnassero la disciplina e le regole in campo, perché non tutti le sanno! La problematica, almeno da noi, c’è.Ho accettato sempre qualsiasi errore in passato, ma quando poi l’inadeguatezza e impreparazione è tale da mettere anche a rischio l’incolumità dei ragazzi in campo, questo no, non lo posso assolutamente accettare. Perché poi, in assenza di un giudice, è sempre il più buono che soccombe e, una partita dei giovanissimi che finisce in rissa, risultato a parte è un’indecenza dove ne escono tutti sconfitti!
“La Responsabilità Collettiva: Migliorare l’Esperienza Giovanile nel Calcio Attraverso la Collaborazione”
Nel calcio giovanile, l’arbitraggio svolge un ruolo centrale nel garantire partite giuste e sicure per i giovani atleti. Recentemente, si è sollevato il dibattito sulla preparazione degli arbitri giovanili, ma è importante notare che la qualità delle partite coinvolge un’ampia responsabilità che coinvolge allenatori, dirigenti e genitori. In questo articolo, esamineremo la complessità di questa situazione, enfatizzando l’importanza della collaborazione per migliorare l’esperienza dei giovani calciatori.
Mentre la preparazione degli arbitri è indubbiamente un elemento chiave, dobbiamo riconoscere che la responsabilità non ricade solo su di loro. Nelle categorie giovanili, è comune trovare arbitri alle prime esperienze, pronti a imparare ma inevitabilmente soggetti a errori. Questo è il momento in cui l’attenzione di allenatori, dirigenti e genitori è fondamentale.
Un esempio recente ci mostra quanto l’accettazione di arbitraggi di minore qualità possa influenzare l’esperienza di gioco. In una partita giovanile, una giovane arbitra alle prime armi è stata assegnata a dirigere il match. La sua mancanza di conoscenza delle regole e delle dinamiche di gioco ha portato a decisioni discutibili e tensioni in campo, culminando in una rissa. Mentre la preparazione dell’arbitro è un fattore, l’atteggiamento degli allenatori, dei dirigenti e dei genitori ha giocato un ruolo significativo.
Tuttavia, una questione cruciale che va sottolineata è l’atteggiamento di alcuni allenatori che, invece di educare i giovani calciatori al fair play e al rispetto, si limitano a delegare ai giovani arbitri la responsabilità di giudicare atteggiamenti antisportivi. Questo atteggiamento può essere dannoso poiché non solo trasmette un messaggio negativo ai giovani giocatori, ma contribuisce anche a creare un clima di tensione in campo.
Gli allenatori dovrebbero svolgere un ruolo guida nello sviluppo dei propri giocatori, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista etico. Invece di insegnare agli atleti a cercare scappatoie o a cercare di ottenere decisioni arbitrali discutibili, dovrebbero enfatizzare il rispetto per le regole, il rispetto per gli avversari e il rispetto per gli arbitri.
La responsabilità condivisa tra allenatori, dirigenti e genitori è fondamentale per creare un ambiente di gioco costruttivo. È importante che tutti coloro che partecipano al mondo dello sport giovanile comprendano che gli arbitri stanno imparando e che gli errori sono parte integrante del loro percorso di crescita. Solo attraverso un approccio collaborativo che promuove valori sportivi positivi, si può garantire un’esperienza giovanile soddisfacente nel calcio.
Io ho potuto assistere a diverse partite di categorie giovanili dove l’arbitro non era presente ed hanno potuto avere una ottima partita anche divertente in auto-arbitraggio.
In conclusione, il miglioramento dell’esperienza giovanile nel calcio richiede una collaborazione attiva tra tutti gli attori coinvolti. Se riusciamo a creare un ambiente positivo basato su responsabilità condivisa, valori sportivi e l’obiettivo comune di favorire lo sviluppo dei giovani calciatori, possiamo fare passi significativi verso il futuro del calcio giovanile. Inoltre, è essenziale che gli allenatori siano modelli di comportamento sportivo per i giovani atleti, educandoli a praticare il fair play e a rispettare gli arbitri, contribuendo così a creare una cultura di sport sano e rispettoso.