Il clima del gruppo-squadra: i 3 principi fondamentali

Nel calcio quando si parla di gruppo, si fa prevalentemente riferimento a concetti come mentalità vincente, spirito di gruppo, leadership. Si parla meno invece dell’importanza del clima di gruppo come componente essenziale per rendere l’esperienza sportiva positiva per gli atleti e produttiva per l’intera compagine.
Il clima del gruppo non presuppone i ruoli o i sottogruppi che inevitabilmente si creano in ogni squadra ma si riferisce invece all’insieme dei sentimenti, degli atteggiamenti e dei comportamenti reciproci tra i vari componenti di una squadra, equipe compresa.
Ovviamente un clima positivo consente al gruppo di lavorare con tranquillità sugli obiettivi sportivi. Un clima ostile invece determina in genere un malessere individuale e un faticoso percorso rispetto agli obiettivi calcistici da raggiungere.
Il primo principio che deve essere condiviso è quello della conoscenza. Ogni giocatore e ogni membro dell’equipe deve sentire il bisogno di conoscere gli altri componenti del gruppo squadra oltre al “far conoscere se stessi”.
Alcuni confondono questo principio con il semplice saluto e il “non pestarsi reciprocamente i piedi” ma è molto di più. Significa mettersi in gioco senza avere il timore di essere giudicati o senza la presunzione di essere migliori di altri.
Spesso quando un gruppo si conosce già da tempo l’inserimento dei nuovi può essere molto faticoso ma il cercare il più possibile di rapportarsi singolarmente con i vari componenti del gruppo può fare sentire meno a disagio quando bisogna fare attività con tutti presenti.
Il secondo principio che deve essere condiviso è quello dell’autogoverno ovvero la capacità di stabilire delle regole ed accettarle perché si ritengono giuste per tutti.
- Puntualità , ad esempio, significa rispetto per tutti i componenti del gruppo,
- Rispetto dei ruoli e delle scelte significa porre gli interessi della squadra al di sopra dei propri,
- Disciplina in campo significa sacrificare il proprio comportamento in base alle richieste tattiche,
- ecc,
Il terzo principio è quello della reciprocità e disponibilità sociale. Questo è un principio interessante da far “masticare” soprattutto nelle categorie giovanili. SI tratta sostanzialmente di “allenarsi” a porsi nella situazione in cui si trovano di volta in volta i compagni. Cioè allenarsi a mettersi nei panni dell’altro con lo scopo di darsi una mano soprattutto con un atteggiamento di disponibilità sociale che diventa una qualità gratuita e preziosa in cui ognuno “dà senza chiedere e riceve senza dare”.
onostante i 3 principi appena espressi possano far pensare a una visione stile Edmondo De Amicis secondo cui per essere una vera squadra i giocatori dovrebbero essere tutti amici è impossibile che questo avvenga e non è neanche l’obiettivo a cui si vuole puntare.
Infatti che in gruppi di 20-25 atleti (in alcuni casi anche più numerosi) che non si sono scelti è impossibile che si creino delle relazioni profonde tra tutti. Quello che invece è indispensabile e che s deve creare è che si sviluppi un clima di sana convivenza che consenta a ciascuno di sentirsi a proprio agio e soddisfatto di appartenere al gruppo.
Se si vuole quindi creare un buon clima di squadra al fine di sviluppare una mentalità vincente la collaborazione di tutti deve essere totale. Non è semplice e neanche immediato ma i se si ha pazienza i risultati arrivano sempre. Se poi la condivisione dei 3 principi avviene davanti ad un buon piatto di pasta nella consueta cena di squadra settimanale il risultato è garantito!!!
Passando alla parte pratica in campo, per essere funzionale un sistema di gioco deve essere frutto di una strategia collaborativa tra tecnico e giocatori.
Ogni giocatore e ogni membro dell’equipe deve sentirsi parte integrante del sistema di gioco, all’interno del quale devono esaltare le proprie caratteristiche rispetto al gruppo squadra (individualità al servizio della squadra).
Gli equilibri e la collaborazione saranno alla base per il successo di questo sistema di gioco.
Al variare della situazione di gioco, infatti, varia anche la posizione di tutti i giocatori in campo. Ogni giocatore non entra in causa solamente se riceve il pallone ma cerca una strategia di costante partecipazione. Tutto questo impone una concentrazione costante, sia durante gli allenamenti, sia durante le gare. In entrambi, se il clima sarà basato sui 3 principi sopraesposti ogni giocatore non farà fatica a cercare di dare sempre il massimo.