Antonio Montesano: corsa e sacrificio, gli attributi del mister attento all’aspetto umano

Ci siamo ritrovati in campo in mezzo a tanti ragazzi di Piacenza (noi eravamo tra i pochi presenti di Parma) e ci siamo messi quasi subito a parlare. Non ci conoscevamo ma entrambi avevamo l’impressione di esserci già visti. Parma è piccola e sicuramente i nostri percorsi si erano incrociati in passato e infatti dopo qualche minuto abbiamo ricostruito e ricordato che probabilmente avevamo fatto un paio di allenamenti insieme anni fa.
Da quel giorno si è sviluppata una piacevole conoscenza alimentata dall’aver preparato insieme la tesina finale del corso, con altri mister nella mitica Stanza 9 (alias Birrificio Argo). Antonio è stato il nostro riferimento continuo sulle mille slide dei docenti e sui riferimenti alle lezioni del corso. Sempre posato, intelligente, meticoloso ma soprattutto attento al lato umano della relazione.
Nato in Basilicata nel mitico 1969 (annata spettacolare visto che è anche la mia annata …ahahah) si trasferisce a Parma per frequentare e studiare nella facoltà di Economia e commercio.
Attualmente è in forza come secondo allenatore agli Juniores Regionali (2002 e 2003) del Cervo di Collecchio.

In Basilicata la carriera calcistica dalle giovanili alla categoria (a 16 anni l’esordio) ma con l’arrivo a Parma le varie situazioni non hanno permesso di proseguire questo impegno portando Antonio a frequentare il mondo calcistico amatoriale.
Vent’anni nel glorioso Moletolo, campionati Uisp, allenato dal grande Ettore Marconi, dove ricopre per vari anni anche il ruolo di capitano. Sorridente e orgoglioso ci tiene a sottolineare; “Con il Moletolo abbiamo vinto tutto quello che si poteva vincere a livello amatoriale!”.

Come sei diventato allenatore?
A 40 anni, quando mi sono reso conto che facevo fatica a stare dietro ai più giovani, ho deciso di smettere come calciatore, e proprio Ettore Marconi è stata la persona che mi ha consigliato e avviato al ruolo di allenatore.
Siccome la mia esperienza calcistica parmigiana è stata vissuta negli amatori, ho iniziato ad allenare nella Uisp, dapprima l’Arci Toscanini e poi l’Oiki. Con questa squadra nel 2019 ho vinto il campionato e sfiorato la vittoria nella Coppa Emilia, persa ai rigori.
Ho anche ricoperto il ruolo di allenatore della Rappresentativa Uisp di Parma, vincendo per 2 anni consecutivi il titolo di Coppa Amatori nelle finali nazionali di Montecatini.
L’anno scorso, con la possibilità di poter partecipare al corso di allenatore Uefa C, ho deciso di accettare la proposta del Cervo, abbandonando la Uisp e approdando in Figc.
Da giocatore se dovessi scegliere un ruolo nella squadra allenata da te in quale sceglieresti di giocare?
Se dovessi scegliere un ruolo dove giocare nella squadra allenata da me giocherei dove ho sempre giocato, vale a dire in fascia come terzino, ruolo fatto di tanta corsa e sacrificio, Attributi che mi piacciono molto nel mondo nel calcio e non solo…anche perché i piedi non sono mai stati raffinati per poter aspirare a ruoli differenti!!!
Come imposti il tuo programma di allenamento settimanale?
Il programma di allenamento è impostato con 3 allenamenti a settimana (lunedì, mercoledì e giovedì).
La metodologia utilizzata è di tipo INTEGRATA, quindi alternanza di situazioni con e senza palla: si passa da partitine e/o possesso palla a corse con variazioni di velocità, il tutto intervallato da tempi di recupero idonei tra un esercizio/esercitazione e l’altra.
In tutti e 3 gli allenamenti settimanali la partita non manca mai, comunque al lunedì si lavora principalmente con la palla, privilegiando le fasi di costruzione e di finalizzazione, per evitare di sovraccaricare troppo il fisico degli atleti a seguito della gara del sabato.
Al mercoledì si lavora con esercizi ed esercitazioni che curano le capacità coordinative condizionali come forza, resistenza e velocità.
Infine al giovedì si prepara la gara del sabato con una partita vera.
Quale è stata la partita che più ti ha regalato soddisfazioni nella tua carriera?
La partita che più mi ha regalato soddisfazione nella mia carriera di allenatore è stata quella disputata dall’Oiki contro la Corale Verdi, Maggio 2019, campionato Uisp, categoria Seniores provinciale .
Entrambe le squadre erano in corsa per il titolo provinciale, ultima giornata di campionato, quindi una vera e propria finale.
Partita equilibrata con occasioni da una parte e dall’altra ma alla fine abbiamo trovato il gol negli ultimi 10 minuti e la partita è finita 1-0 per noi dell’Oiki che abbiamo vinto il campionato.
Grande emozione, gioia immensa e grande festa negli spogliatoi.

Che cosa porti del corso nel tuo essere allenatore?
Quello che mi porto dal corso nel mio essere allenatore è stato quello di apprendere tante nozioni di natura tecnica e tattica, scoprire che il nostro ruolo, soprattutto nelle categorie dei più giovani è molto importante perché siamo degli educatori oltre che degli allenatori. Quindi un buon allenatore può segnare in positivo il futuro di un giovane calciatore che tra qualche anno sarà un uomo all’interno della nostra società.
È stato molto interessante scoprire le strategie che ci sono dietro al settore giovanile della Figc, quella che più mi è rimasta in mente è la costruzione dal basso e il ruolo che il portiere ha in questa fase.
Infine, ma non meno importante, aver conosciuto tanti bravi allenatori e, soprattutto, tante brave persone che hanno la mia stessa passione per il calcio e per trascorrere del tempo insieme in compagnia divertendoci.
Un abbraccio (virtuale) a tutti e a presto…speriamo di poterci vedere molto presto ragazzi e, scusate, se chiudo con un FORZA VIOLA…
