Petronelli Alberico: sentire “a pelle” che la la squadra si esprime come vuoi è una sensazione che solo chi allena può capire

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Petronelli Alberico è.uno della vecchia guardia. Tarantino del 1972 (27 maggio per fargli gli auguri) fa parte dell’Asd Montanara calcio dal 2012 dove ha ricoperto vari ruoli sia calcistici (responsabile del settore giovanile) che extracalcistici (responsabile del sito internet www.asdmontanara.it).

Attualmente è coordinatore generale  delle annate 2004, 2005, 2007, 2008 e 2009 ma anche mister degli allievi 2004.

Ha iniziato ad allenare a Taranto (il suo paese d’origine) dopo aver giocato per alcuni anni nelle categorie dilettantistiche sia a calcio a 11 che a calcio a 5 prima del trasferimento a Parma nel 2004 dove si è dedicato al lavoro e alla famiglia con ben 6 figli (evidentemente non aveva pensato di comprare la TELEVISIONE…ahahah).

Nel 2010 riprende ad allenare nell’Us Astra quando suo figlio secondogenito comincia a giocare a calcio allenando proprio la squadra di suo figlio classe 2001.

Un percorso che dura fino alla stagione 2012/13 riuscendo a portare (cosa non da poco) la squadra a buoni livelli ben lontani dai 5 goal in media incassati a partita del primo anno.

Ecco allora il passaggio all’Asd Montanara

Nel 2012 il figlio passa dall’Astra al settore giovanile del Parma e questo lo spinge a cambiare aria accettando la proposta di Franco terzi allora DS del Montanara che gli affidò gli allora pulcini 2004 per due stagioni.

Successivamente un’esperienza in tandem con un caro amico, Pasquale Luvino nei 2007 per due anni. Altre due stagioni con i 2005 fino ad arrivare ai 2004 e i 2011 lo scorso anno passando praticamente ogni giorno in campo.

Da quest’anno ha deciso di accettare di essere il Responsabile del settore giovanile seppur rimanendo nel limite del possibile in campo con i 2004.

Ovviamente il periodo, come per tutti (maledetto covid), ha complicato e ridimensionato il tutto in maniera drastica.

La soddisfazione calcistica che ricordi come mister?

A parte le gioie legate a mio figlio che sta facendo del calcio il suo mestiere la mia più grande soddisfazione è stata portare i 2005 sul podio in due tornei: a Parma e a Cesenatico.

Oltre al piazzamento (2 e 3 posto) ho sorriso e mi sono emozionato per la qualità del gioco. Vedere e sentire “a pelle” che la squadra si esprime come vuoi è una sensazione che solo chi allena può capire indipendentemente dalla categoria o dal blasone.

In particolare cosa ti ha colpito del gioco della tua squadra?

Tante cose. Vedere in partita quello che si è fatto e provato in allenamento è già importante e “sentire” che la squadra ha il tuo carattere nelle scelte e che ha capito come affrontare le situazioni secondo il percorso fatto è impagabile.

Personalmente sono un innamorato dell’uno contro uno (presto ti preparo una esercitazione utilissima a mio parere da mettere qui sul sito) ma di esercitazioni che mi piacciono ne ho diverse.

E’ stato molto importante per me assistere a tanti allenamenti del Parma e del Sassuolo in veste di genitore (mentre assistevo agli allenamenti di mio figlio). Esercizi ed esercitazioni che ho applicato con varianti e modifiche adattandole ai miei ragazzi che hanno sicuramente arricchito il mio essere allenatore.

Il figlio annata 2001 di Alberico

Che cosa porti nel corso del tuo essere allenatore

Quello che mi porterò sicuramente dentro da questo corso UEFA C sarà sicuramente il gruppo e la straordinaria capacità che noi tutti abbiamo avuto a formarlo nonostante la situazione ci abbia permesso di incontrarci una sola volta in presenza.

Abbiamo interagito in maniera incredibile rendendo il tutto molto più piacevole. E’ stato strano perché soprattutto all’inizio per saperne di più sui compagni di corso si curiosava anche sui profili social…visto che non riuscivamo a chiacchierare neanche nella pausa caffè.

Successivamente però c’è stata occasione di conoscerci in maniera più approfondita anche se sempre e soprattutto online.

Io credo che proprio per questo sarà ancora più bello incontrarsi sui campi in futuro: per recuperare soprattutto la parte umana che evidentemente ci è mancata durante il corso.

All’inizio poi è stato strano e un tantino imbarazzante per alcuni tornare sui banchi di scuola. Mettersi in gioco per l’ennesima volta. Però poi si è rivelata in seguito un’esperienza tanto bella quanto eccezionale a partire da tutti gli slogan che sono venuti fuori (Dai primo BIRRAAAAA all’ultimo DIPENDEEEE).

Personalmente mi sono ricreduto molto su questo corso che ho aspettato ben 15 anni. I miei colleghi patentati me lo avevano detto: dopo il corso vedrai il calcio in maniera diversa. Non avevano lo poi tutti i torti!!!

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