Massimo Trolli: un mister a testa alta…sempre!!!

“Canterò le mie canzoni per la strada,
ed affronterò la vita a muso duro,
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro
(A muso duro – Pierangelo Bertoli)
Sincero, immediato, diretto. Massimo si presenta così come nella canzone di Bertoli, senza tanti proclami o scenografie ma nella sua tranquillità c’è spessore, sostanza voglia di vivere in autonomia da regole imposte le situazioni che affronta, comunque vada.
Quest’anno Massimo allena al Felino l’annata 2012.

Con orgoglio racconta che non proviene dal mondo del calcio ma che ha iniziato ad allenare una ventina di anni fa nel mondo del baseball, nel settore giovanile del Parma vincendo uno scudetto Under 16 nel 2008, per poi continuare ad allenare nella società dell’Oltretorrente.
Nel 2010 poi il passaggio ad allenare il calcio.
Una prima esperienza come secondo allenatore negli allievi provinciali e poi con gli juniores regionali per poi proseguire come protagonista negli anni successivi con le varie annate del settore giovanile del Carignano.

Come è andata questa tua esperienza?
Dal punto di vista sportivo ho ottenuto buoni successi ma ripensando a questi anni mi vengono in mente soprattutto le situazioni e le emozioni che mi portano a sottolineare l’aspetto umano e il rapporto che si è venuto a creare con i ragazzi.
Particolare la partecipazione ad un paio di tornei internazionali in Spagna con i giovanissimi ottenendo un settimo e un terzo posto. Esperienza di vita, prima che di calcio, vissute da sempre in collaborazione con il mio fedelissimo Aschieri Gabriele

Dall’inizio del 2020 sono passato in forza al Felino prima con i 2007 ed ora con 2012 per una nuova avventura anche se questo periodo come per tutti non è stato molto felice per il calcio giovanile.
MI sarebbe piaciuto che qualche campione, qualche professionista della serie A avesse speso una parola riguardo lo stop inflitto al calcio di base. Saranno stati bambini anche loro, vero?
Mah…

Se dovessi scegliere un ruolo nella squadra allenata da te in quale sceglieresti di giocare?Sorride forse pensando a qualche partita del passato ed ironico come sempre mi risponde.
E’ un ruolo non comune, a volte controverso, elegante ma anche rompicoglioni…e si…sono abbastanza rompicoglioni in partita…quindi farei il guardalinee!
Come imposti il tuo programma di allenamento settimanale?
Più che settimanale ragiono su un microciclo mensile. Parto sempre dalla tecnica base fino ad arrivare alle varie situazioni che si vivono in partita.
Di volta in volta inserisco esercitazioni o simulazioni con grado di difficoltà maggiore per far crescere i ragazzi.

Si parlava di lato umano e di rapporti con i ragazzi. Hai qualche aneddoto da condividere?
Nell’esperienza vissuta a Carignano ho avuto in squadra un ragazzo con problemi motori dovuti ad un’ischemia subita quando era piccolo.
Con l’aiuto del fedelissimo Aschieri siamo riusciti a fargli acquisire una maggior coordinazione e flessibilità motoria e grazie all’aiuto della squadra è riuscito a partecipare e a giocare dalla prima partita fino all’ultima di campionato tanto come gli altri suoi compagni.
Senza tanti proclami ma è un modo diverso di vivere certe situazioni attraverso lo sport crescendo come gruppo di amici.
Il momento più bello ed emozionante che mi porto dentro sono state le lacrime di felicità della mamma quando lo ha visto giocare.
E lo sguardo dritto e aperto nel futuro
Ho speso quattro secoli di vita
E fatto mille viaggi nei deserti
Perché volevo dire ciò che penso
Volevo andare avanti ad occhi aperti
(a muso duro Pierangelo Bertoli)