Resilienza e ripartenza

Agosto è arrivato anche quest’anno, un agosto piuttosto particolare in cui tutti stiamo cercando di lasciarci alle spalle le difficoltà legate ai mesi appena trascorsi, provando a ricreare una “normalità” in cui ambientarci in vista della ripartenza di settembre. Cadere e rialzarsi, due azioni che in un momento come questo tutti noi siamo chiamati a mettere in atto e che allenano la nostra RESILIENZA.
Questo termine è piuttosto diffuso al giorno d’oggi ma spesso utilizzato senza conoscerne il reale significato, ecco perché in questo articolo cercheremo di comprendere meglio tale costrutto, indagandone le implicazioni nel mondo sportivo soprattutto in questo periodo storico.
La parola resilienza nasce nell’ambito della scienza dei materiali ed indica la proprietà che hanno alcuni elementi di conservare la loro struttura o riacquistare la forma originale dopo essere stati sottoposti a una sollecitazione. Ogni materia può resistere allo stress in modo diverso e in base a diversi fattori: per es. la gomma quando viene schiacciata si deforma e poi ritorna come prima; il vetro invece può essere più robusto in apparenza ma non è resiliente, ha un punto di rottura dopo il quale emerge tutta la sua fragilità.

In termini psicologici quindi la resilienza è la capacità di auto-ripararsi dopo una rottura, di riadattarsi dopo una crisi o un grande cambiamento. Coloro che possiedono un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare in modo funzionale le avversità, sono persone ottimiste, flessibili, che riescono a lavorare in gruppo attingendo così alle proprie e altrui risorse ed esperienze. La resilienza è infatti un’abilità psicologica che evolve e si modifica nel tempo, in relazione al proprio bagaglio esperienziale.
Capiamo bene che in un momento come quello che stiamo vivendo persone con un alto livello di resilienza sono facilitate nel processo di ripartenza; ed ecco che arriviamo a noi: in uno sport di squadra per eccellenza come il calcio avere all’interno del gruppo personalità maggiormente portate ad essere resilienti e flessibili è un enorme risorsa.
Questi atleti dovranno innanzitutto essere riconosciuti dal mister, dallo staff tecnico e dalla dirigenza e fungeranno da “ancora” per tutti i loro compagni: in un gruppo la forza di uno diventa la forza di tutti se ben gestita!
Per un allenatore appare fondamentale al rientro un attenta osservazione, con l’aiuto dello psicologo dello sport se presente, del gruppo squadra e delle reazioni di ciascun membro così da individuare quelle risorse necessarie, i leader, per il recupero funzionale dell’intera squadra nei momenti di difficoltà.
Nell’ambito delle squadre giovanili è importante anche far crescere i ragazzi su questi aspetti e tentare di allenare anche quegli aspetti che possono far evolvere la resilienza. Ci sono strategie utili a questo.
Il goal setting (di cui abbiamo parlato nello scorso articolo) ad esempio pone l’attenzione sulla motivazione. Aiutare i ragazzi a porsi degli obiettivi li spinge a scegliere quella determinata attività e a mantenerla nel tempo nonostante gli ostacoli che possono presentarsi.
Abituare comunque i ragazzi al confronto e ad avere un metodo può aiutarli a sviluppare la loro resilienza. Alla prossima e buona ripartenza a tutti!