Calcio femminile: Storie del mondo arabo

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محمد صلى الله عليه و سلم

Libere di giocare

La mia associazione Tuttimondi si occupa di un progetto di sviluppo in Sahara Occidentale, paese di cultura araba.

In questo paese, il calcio viene visto come mezzo di emancipazione e di libertà.

A richiedere di giocare furono proprio le bambine nel 2014 quando tutto iniziò.

All’inizio fu difficile, solo 7 famiglie concessero alle bambine di giocare, purché fossero tra femmine (lontane dai maschi) e purché si coprissero (giocano con pantaloni lunghi con temperature che si avvicinano ai 50°C). L’entusiasmo convinse altri genitori a lasciarle andare, purché si rispettassero queste regole.

La loro insegnante che le seguiva, però, essendo donna non conosceva le regole. Nessuno prima di allora avrebbe mai parlato di calcio ad una donna. La mia associazione ha avuto un ruolo fondamentale proprio in questo: insegnare le regole base e gli esercizi da proporre alle future allenatrici.

La perdita della memoria può portare alla perdita dei valori, nelle varie degenerazioni a cui purtroppo stiamo già assistendo nel calcio.

Il progetto nei campi saharawi ci ha insegnato a portare rispetto per questo sport e soprattutto a non darlo per scontato. In un mondo come il nostro, dove tutti parlano di calcio, può sembrare tutto ciò che lo riguarda ci appare ovvio ed acquisito. Il rischio più grande, per le bimbe di oggi che iniziano giocare nelle scuole calcio femminili, è di trascurare il lavoro e le battaglie fatti delle calciatrici delle generazioni precedenti per fare sì che oggi anche le bambine ne possano usufruire sin da piccole.

Spero veramente che il calcio femminile si trasformi in un veicolo di uguaglianza e che non si faccia contaminare troppo dal malcostume che avvelena il calcio maschile.

Spero che per le donne arabe, questo cambiamento sia guidato dall’Inshallah e che non venga arrestato.

Per approfondimento sul progetto, potete rileggere il mio articolo:

Progetto “Libere di giocare” – Il calcio femminile saharawi

Arabia Saudita

Il principe saudita Mohammed Bin Salman  alla cerimonia di inaugurazione del campionato di calcio femminile

Sembra così lontano il 2018, quando le donne del Regno Saudita non potevano nemmeno recarsi allo stadio! Da poco è arrivata la notizia ufficiale: è stata lanciata la Women’s Football League, che dopo la possibilità di accesso agli stadi, compie un ulteriore passo avanti verso la parità di genere!

Il campionato avrà un montepremi di circa 130 mila euro e, nella prima stagione, si svolgerà a Riyad, Gedda e Dammam, con possibilità di coinvolgere altre città in futuro .

Donne allo stadio
 
Passo avanti verso la parità di genere in Arabia

Come evidenzia la Bbc online, la creazione di una lega calcio femminile è l’ultima delle riforme volute dal principe Mohammed bin Salman. “Il lancio della lega femminile rafforza la partecipazione delle donne allo sport a livello comunitario e darà un maggiore riconoscimento per i risultati sportivi delle donne”, afferma una nota di Saudi Sports. Sicuramente un passo avanti verso la parità di genere in un Paese che in tal senso ha ricevuto non pochi richiami e solleciti in ambito internazionale. “L’inizio della lega di calcio femminile saudita rappresenta un ulteriore grande passo in avanti per il futuro del nostro Paese, della nostra salute, della nostra gioventù e delle nostre ambizioni di vedere ogni atleta essere riconosciuta e sviluppata al massimo delle sue capacità”, ha dichiarato il principe Khaled bin Alwaleed bin Talal Al Saud, presidente della Saudi Sports for All Federation (SFA), attivo negli ultimi anni per promuovere attività sportive per atleti di ambo i sessi.

Divieto di hijab imposto dalla Fifa, poi revocato 

L’Arabia Saudita non ha mai avuto una nazionale di calcio competere per i Mondiali femminili, sebbene una squadra femminile abbia rappresentato il Paese in una competizione di futsal regionale lo scorso anno. Uno dei motivi per cui il Regno ha resistito alle richieste di consentire alle donne di competere a livello internazionale è stato il divieto di hijab (velo) imposto dalla Fifa nel 2007. Tuttavia, tale divieto è stato poi revocato nel 2012 ed è stato quindi raggiunto un importante compromesso colturale.

https://www.facebook.com/LADbible/videos/905595443156701/?t=1
Fair play del calcio femminile
HIJAB SPORT

Non è raro che le ragazze che giocano rispettino lo Hijab. Questo si può vedere anche nei campionati europei o americani, dove le figlie dei migranti che rispettano le tradizioni, nel praticare sport, decidono di indossare indumenti che lascino scoperta solo la faccia. Pantaloni lunghi, scaldamuscoli che coprono sino a dove arrivano le calze sono abiti tipici indossati dalle calciatrici del mondo arabo anche nei paesi dove le temperature climatiche sono veramente alte. L’ennesimo esempio di forza e determinazione dimostrato dalle donne che decidono di praticare uno sport.

https://www.facebook.com/100008308548985/videos/1897475570539376/

Mi congedo quindi con le parole dello chef Guerrino: “A Dio piacendo, ci vedremo nella prossima puntata!”

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