La presa a Pollici Convergenti: come allenarla

Ciao a tutti, per continuare sul filo degli articoli precedenti oggi volevo semplicemente scrivere di come allenare la presa a pollici convergenti che può essere utilizzata per tutte le età fermo restando la possibilità fisica di poter fasciare in maniera importante il pallone ( Vedi articolo precedente sulla Presa ).
Come scritto precedentemente la prima cosa da correggere è la posizione delle mani e delle dita nel gesto tecnico, questo può, a mio parere, essere aiutato facendo utilizzare al giovane portiere un pallone che verrà tenuto in mano con la presa corretta ed in postura di attesa; molto semplicemente si calcia o si tira con le mani un altro pallone verso il portiere che dovrà respingere con il pallone che tiene in mano mantenendo la presa.
A mio parere questa situazione permette di aumentare la sensibilità della presa e la forza delle dita nel trattenere il pallone.
Una cosa che ho notato dopo questo tipo di allenamento realizzato dopo una serie di prese semplici normali, non eseguite correttamente, è che le prese venivano eseguite meglio e bloccate probabilmente perché si erano immagazzinate le posizioni di mani e dita sul pallone fermo in presa.
Ho utilizzato questa tipologia di allenamento anche con spostamento e tuffo ed in questo ultimo caso, oltre che per la sola presa, l’obiettivo era far evitare il contromovimento delle braccia all’indietro prima di eseguire il tuffo che molti ragazzi fanno e che, a mio parere, nei giovani portieri non permette spesso una sincronia di movimenti corretta e che quindi non porta ad una buona presa.
Esercizio semplice che porta molti miglioramenti sulla modalità di esecuzione della presa stessa. Mi piacerebbe avere qualche riscontro per capire cosa ne pensate !!!!
A Presto !!!!
Salve, mister sono pienamente d’accordo con lei, sono un allenatore dei portieri tesserato Figc e anche io a miei portieri del settore giovanile e non solo.. nel riscaldamento faccio fare questo esercizio: a coppie con il portiere ricevente con la palla in mano in presa a pollici convergenti controllata analiticamente in posizione corretta e il compagno che da la palla di fronte, con l obbiettivo di essere preciso nel restituire la palla nella mani del compagno. Allenando così la corretta esecuzione della presa forzando il movimento delle braccia in un movimento solamente verticale dal basso verso l’alto evitando quello che fa la maggior parte dei ragazzi con dei movimenti circolari di apertura della braccia per cercare la palla, in più allenare la forza sulla presa nel restituire la palla perché nella maggior parte dei casi effettuano sempre una presa morbida dove spesso la palla piega le mani e entra. In tuffo non ci avevo mai pensato ma effettivamente potrebbe essere molto utile, la ringrazio mille per lo spunto e il consiglio.
Salve Alessandro,
innanzitutto grazie per la risposta, credo che il confronto sia la base per migliorarsi sempre ed una visione diversa fa sempre comodo !!!
Ho utilizzato anche questa esercitazione nel tuffo proprio per evitare l’oscillazione delle braccia che molti fanno credendo di darsi più spinta; con il pallone in mano sei obbligato a “portare fuori” le braccia più velocemente e nello stesso tempo, dopo aver effettuato la respinta, sei obbligato a curare la caduta. Di solito chiedo che la palla, dopo aver efettuato l’atterraggio corretto, venga portata davanti al viso per abituare i ragazzi ad una eventuale protezione anche in un ipotetica uscita a contrasto.
Non mi piace che la palla venga portata al petto con la mano superiore lasciado il braccio omologo del lato di tuffo steso o addirittura piegato davanti al viso per protezione.
Posso chiederti cosa ne pensi ?
Grazie ancora per il commento !!
Spero di sentirti presto !!!
Gino