Serve continuità nel calcio a 5 femminile

La gestione delle squadre femminili nel calcio a 5 presenta sempre molti problemi di carattere gestionale e organizzativo. Soprattutto serve continuità. Prendo spunto per parlarne perché da alcuni anni ad ogni riunione in lega calcio UISP, si ripresenta la polemica di alcune squadre amatoriali verso la rosa di alcune squadre che sono sempre amatoriali ma presentano anche molte ragazze che partecipano ai campionati FIGC. Mi piacerebbe condividere con voi alcune considerazioni a tal proposito.
Anche se tesserate Figc, buona parte delle squadre femminili sono Associazioni Sportive Dilettantistiche che talvolta sono di fatto solo un gruppo di amiche che chiede l’affiliazione ad una ASD per adempiere alle procedure burocratiche.
Dispongono di budget modesti spesso raccolti in autofinanziamento. Avere budget ridotti porta a cercare di risparmiare sull’affitto delle palestre e di conseguenza a ridurre le ore di allenamento (per molte, si parla di un allenamento settimanale da 2 ore, più la partita, nel periodo da settembre a maggio).
Chi contesta il fatto che nell’amatoriale ci siano squadre organizzate anche per fare la FIGC parte dal fatto che le giocatrici FIGC possono contare su 2-3 allenamenti settimanali (ed una partita nei week end) che le portano ad essere più allenate fisicamente e preparate mentalmente rispetto alle altre. D’altro canto, non fermandosi mai, sono molto più affaticate e più a rischio di infortunio.
Purtroppo, il fatto di non poter disporre di tempo o denaro sufficienti limita a crescita di una squadra. Un problema comune a tutte le squadre è proprio quello di non poter apprendere e sviluppare le tecniche e la coscienza tattica perchè occorre spendere tempo e mettere impegno con continuità e questo non è sempre possibile.
Il punto critico per molte squadre infatti è di non poter disporre delle proprie giocatrici in maniera costante a causa dei vari impegni che queste hanno per lavoro, studio o famiglia. Esistono team di 25 giocatrici di cui in partita se ne presentano 6.
Giocare ed allenarsi insieme sta alla base della costruzione delle buone dinamiche di una squadra. Quindi ritornando alla polemica delle squadre amatoriali le giocatrici FIGC possono essere l’anello debole perché essendo parte del gruppo in maniera incostante non si amalgamano al pari delle altre.
Concludendo questa serie di considerazioni sottolineo alcuni aspetti che valgono anche per le altre categorie maschili e non.
Nell’allenamento che ogni mister fa, sin dalle giovanili, si deve insegnare che un atleta deve gestire il proprio tempo per rispettare l’impegno preso verso il gruppo (e verso se stessi).
Nella scelta di comporre le rose delle squadre l’inserimento di elementi apparentemente più preparati ma incostanti non è mai vincente e nel lungo periodo genera fratture tattiche e di spogliatoio.
Avere una società (allo stadio attuale non tutte le società femminili di calcio a 5 sono in queste condizioni) che riesca a garantire il budget per riuscire a fare un numero adeguato di allenamenti in modo da diventare sempre più strutturati. Per essere credibili e poter impostare un lavoro adeguato serve continuità!