MAI LANCIARE LUNGO

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C’è chi non vede di buon occhio la costruzione dal basso e preferisce invece il lancio lungo sistematico. Personalmente invece preferisco allenare la squadra a portare il pallone con attenzione fuori dalla difesa.

Non è solo tattica. Non è solo un sistema di gioco.

Dal punto di vista del gruppo, a livello umano, il lancio lungo e la costruzione dal basso possono avere impatti molto diversi.

Il lanciare lungo sebbene possa essere efficace per sfruttare la velocità o la forza fisica di un singolo giocatore, può ridurre l’opportunità di coinvolgimento degli altri giocatori. Questo potrebbe portare a una mancanza di collaborazione e comprensione reciproca nella squadra con il rischio di isolamento di alcuni giocatori. Sul lungo periodo può portare alla dispersione dei giocatori spesso non coinvolti.

La costruzione dal basso invece coinvolge con passaggi corti e movimenti tutta la squadra. Richiede una buona comunicazione e una comprensione reciproca tra i giocatori. Questi imparano a fidarsi l’uno dell’altro, a comprendere le abilità e le caratteristiche dei compagni di squadra e a sviluppare una connessione più stretta sul campo. La costruzione dal basso può quindi contribuire a creare un ambiente di lavoro positivo, in cui ogni individuo si sente coinvolto e valorizzato.

Personalmente penso che la mia predisposizione al gioco con la costruzione dal basso sia proprio dovuta al creare, prima di tutto e sia dentro che fuori dal campo, un gruppo squadra che sviluppi una profonda identità di gioco collettiva. E questo tipo di gioco mette in condizione di esprimersi al meglio nelle proprie qualità individuali per poi riuscire ad avere impatto anche nel collettivo.

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Nel calcio tutti vogliono vincere, ma quando si parla di strategie per valorizzare i giovani calciatori è pacifico che uno stile di gioco che sviluppi i principi del gioco piuttosto che gli schemi, che offra ai calciatori gli strumenti per leggere gli spazi, che insegni loro a occupare razionalmente le porzioni del campo in modo da ricercare costantemente la superiorità numerica è tendenzialmente più utile per raggiungere l’obiettivo.

Io, indipendentemente dal modulo difficilmente rinuncio ad alcuni principi di calcio specifici: l’inclinazione al possesso palla; la riaggressione veloce, la costruzione dal basso, l’utilizzo dei mezzi spazi (giocatori tra le linee) e l’attacco contemporaneo della profondità o dell’ampiezza a seconda delle situazioni di gioco.

Per funzionare, però, servono giocatori che sanno quello che devono fare e hanno i mezzi tecnici per farlo (quindi devono essere preparati adeguatamente dal mister). Ma serve anche un lavoro preciso e trasparente dentro e fuori dal campo con ognuno dei ragazzi per mettere i giocatori nelle migliori condizioni per esprimere le proprie qualità.

Per fortuna la società ha sposato il progetto dove questa metodologia porta al centro, prima di tutto i ragazzi. E non è retorica.

Vi posso assicurare che almeno dieci dirigenti hanno vissuto questo momento di transizione con forti tensioni prima di arrivare a questa scelta forse meno comoda e meno appariscente di altre ma sicuramente stimolante per il futuro (per fortuna tutte discussioni avvenute a tavola e quindi finite pacificamente…o quasi…eheheh).

Calcisticamente parlando questa filosofia condivisa porta a definire alcuni principi facilmente comprensibili a tutti che generalmente portano a buone prestazioni.

Cercare sempre di giocare palla a terra, anche (e soprattutto) se ben pressati. In questo caso il portiere viene chiamato in causa con molta frequenza per creare superiorità e anche il centrocampista si muove in base a dove si trova il pallone.

Giocare e riconoscere l’uomo libero. Nel gioco laterale ad esempio devono partecipare al gioco d’attacco anche i terzini che devono essere molto abili ad attaccare gli spazi liberi in profondità, ad effettuare sovrapposizioni e ad aiutare il compagno fornendo uno scarico.

Creare superiorità numerica, In varie situazioni devono venire ad aiutare uno o due giocatori che possono essere un centrocampista, un trequartista o perfino la punta a difendere e a tentare di ricostruire con triangoli stretti e combinazioni varie.

L’obiettivo della costruzione è quello di creare spazio alle spalle del centrocampo. Per raggiungere la zona di rifinitura cerco di utilizzare verticalizzazioni, cambi di gioco e giocate a muro.

Ricerca e utilizzo di giocate su terzo uomo. La punta che riceve fra le linee ad esempio,  se è pressata la gira di prima per l’altra punta o la scarica per un centrocampista altrimenti si gira e punta la difesa avversaria.

In fase di attacco avere svariate soluzioni di gioco permette di attaccare la linea avversaria attraverso molti modi. In primis l’uno contro uno. La grande validità tecnica degli esterni fa si che questo sia uno dei modi più utilizzati. Poi sovrapposizioni, tagli e triangolazioni. Tendere a creare superiorità numerica in diverse zone del campo, soprattutto in ampiezza, quindi è molto probabile che venga superata la linea difensiva anche tramite queste maniere.

La scelta è stata fatta e quindi non si lancia lungo sperando di controllare una seconda palla ma tutti assieme, un passo alla volta, con attenzione si porta il pallone guardando lontano. Un percorso che ci porterà a misurarci con le nostre possibilità dove il vero valore, la vera vittoria è la fatica, l’esercizio, è la crescita che ci apprestiamo a fare tutti assieme.

Mettiamoci in gioco quindi e soprattutto….mai lanciare lungo!

Questi argomenti sono in continua evoluzione e sviluppo.

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