La scheda di valutazione di un calciatore

Nelle mail che mandate quotidianamente sul sito ci sono sempre molte richieste circa la scheda di valutazione di un calciatore.
Venendo da una recente esperienza con una prima squadra oggi affronto la valutazione da questo punto di vista (lasciando la valutazione del settore giovanile per un successivo articolo) senza la presunzione di essere esaustivo ma solo per dare il mio punto di vista e se serve qualche indicazione utile.
Per un allenatore analizzare le condizioni che lo circondano è fondamentale per soddisfare le varie aspettative che la società e lo stesso giocatore gli richiede.
Infatti, a seconda della programmazione che ogni allenatore svolge la valutazione diventa una delle fasi fondamentali per verificare le informazioni proposte ai ragazzi e per prendere decisioni sugli interventi da proporre.
Utilizzare una scheda ed avere dei dati secondo uno schema misurabile torna utile perché lo scopo è quello di valutare sia l’adeguatezza e l’efficacia delle scelte fatte dall’allenatore nei confronti del ragazzo sia verificare il livello di apprendimento dei nostri giocatori sul modello di gioco richiesto.
In realtà questa è una scheda di un osservatore ma ci sono tante similitudini.
Per un allenatore della prima squadra fare la valutazione di un giocatore significa evidenziarne caratteristiche, pregi e difetti per inserire un giocatore in un contesto
tattico collettivo e se serve anche per migliorarne la qualità individuale.
Un piccolo esempio.
Per valutare un difensore dal punto di vista tecnico il mister deve osservare il giocatore e metterlo alla prova in modo da avere informazioni per valutare:
- la presa di posizione difensiva
- la marcatura
- il contrasto
- il passaggio
- l’abilità di spingere sulla fascia
- lo smarcamento
- il tiro
Come farlo?
Per ognuna di queste abilità bisognerà individuare degli indicatori che permettano di misurare le informazioni rilevate. Significa farsi delle domande precise e dargli un punteggio da 0 a 3 (è una delle varie scale applicabili, a mio avviso la più semplice da gestire anche mentalmente).
Ad esempio sulla presa di posizione difensiva bastano due domande per farsi una rapida idea (anche se non sono certo esaustive):
Il giocatore sa orientarsi tatticamente?
E’ rapido nella lettura delle situazioni?
Dopo aver creato le condizioni in allenamento e nelle partitelle si osserva il giocatore e si da un punteggio per rispondere a queste due domande dove lo 0 corrisponde al non è in grado, 3 corrisponde ad un livello ottimo, l’1 scarso, ha bisogno di molto lavoro, il 2 ha un livello buono, ha bisogno di qualche perfezionamento.
E’ chiaro che se la risposta alle due domande totalizza la somma inferiore al 4, per un mister della prima squadra, converrà scegliere un altro giocatore se prevede che sia fondamentale la presa di posizione per sviluppare il suo modello di gioco.
Diversamente per una somma uguale a 4 o superiore può definire una certezza per quel giocatore in quel ruolo.
Sull’argomento della marcatura ad esempio, per avere un quadro della situazione esaustivo le domande da farsi sono molte di più:
- Sa difendere sui tagli?
- Sa difendere sui cross?
- Sa difendere negli spazi?
- Sa difendere sulle palle alte?
- Sa recuperare?
- ecc.
E quindi creare le situazioni per poter valutare questa abilità richiede sicuramente molto più tempo e impegno in allenamento e in partitella per poter essere il più obiettivi possibili.
Inoltre dal punto di vista tattico – tecnico (ma anche dal punto di vista atletico dove esistono test specifici) per poter valutare e rendere efficaci i dati raccolti, le proposte di lavoro e i relativi sviluppi dovrebbero sempre richiamare ciò che accade all’interno di una gara ufficiale mentre spesso sul campo si fanno esercitazioni fini a se stesse.
Quindi non esiste una scheda di valutazione generica fatta da un professionista, universalmente accettata da tutti da studiare e da applicare a piacimento ma ci deve essere da parte del mister la scelta sul suo stile di gioco, una buona capacità sulla valutazione dei punti deboli e i pregi dei vari giocatori e una certa chiarezza della propria programmazione a breve, medio e lungo termine.
Stile di gioco e programmazione sono fondamentali.
A livello generale, è quasi scontato che valutare attentamente le caratteristiche dei giocatori a disposizione e in particolare degli uomini chiave e poi chiedere di sviluppare un calcio palleggiato a giocatori che fanno della prestanza fisica e della tenacia i loro punti di forza potrebbe non essere particolarmente sensato così come pretendere che una squadra “tecnica” alzi costantemente il ritmo per prevaricare l’avversario dal punto di vista atletico potrebbe non rivelarsi una scelta azzeccata.
Ovviamente gli indicatori da tenere sott’occhio non possono essere solo quelli tattico-tecnici o atletici ma anche psicologici (capacità di sopportare la pressione in caso di risultati negativi ad esempio) e relazionali (sapersi adattare nelle varie dinamiche di gruppo nello spogliatoio, ecc.).
Troppo spesso infatti dati confortevoli dal punto di vista tattico-tecnico e atletico vengono vanificati da quelli psicologici o relazionali.
Concludo con l’aspetto più importante e cioè che un allenatore ha bisogno di uno staff tecnico con cui si possa confrontare.
Prendere decisioni su aspetti che coinvolgono le persone (in questo caso i giocatori) comporta un carico emotivo importante.
Un continuo confronto con lo staff è l’unica possibilità per un mister di restare lucido nella sua programmazione e nelle sue valutazioni per il bene della squadra.
Questi argomenti sono in continua evoluzione e sviluppo.
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