L’esercitazione di oggi è stata preparata da Giuseppe Impellizzeri (soprannominato TUMA) compagno di viaggio nel corso Uefa C di Parma e Piacenza.

Esercitazione composta da una squadra A da n.4 giocatori (pettorina rossa) + n.1 portiere (pettorina gialla) e da una squadra B composta da n.3 giocatori (pettorina blu). I giocatori che tengo impegnati sono .16 di cui 2 portieri divisi in 2 campi da gioco come in figura.

In questa esercitazione, il gioco inizierà sempre dal portiere.

L’obiettivo della squadra rossa composta da 5 elementi (4+1), è attraversare una delle 3 porticine, contro la squadra blu formata da 3 giocatori che ha l’obiettivo di conquista del pallone, e ricerca della conclusione nel minor tempo possibile. 

In questo modo costringo la squadra rossa ad adeguarsi alla transizione negativa in fase di non possesso. Normalmente svolgo 3 serie da circa 4 minuti con 1 minuto di recupero tra l’una e l’altra serie. 

Una possibile variante potrebbe essere avere l’obbligo di giocare palla a terra per stimolare lo smarcamento dei giocatori in zona luce ed esortare i difensori della squadra in possesso palla, nella fase di costruzione a cercare l’ampiezza massima, per creare nuove linee di passaggio.

Gli obiettivi principali sono migliorare nei giocatori le capacità di: 

  • Impostazione del gioco dal portiere;
  • trasmissione della palla
  • controllo orientato della palla;
  • reazione motoria;
  • orientamento spazio-temporale
  • movimento senza palla.
  • occupazione dello spazio senza palla.

Giuseppe è in forza al Cus Parma nella squadra 2007 ma ha un passato da giocatore e da allenatore abbastanza variegato.

Negli anni 80 nel paese in cui abitava in Sicilia non esisteva il settore giovanile ed inizia a giocare nell’ambiente più “formativo” possibile: la strada!

Successivamente al trasferimento a Parma nel 1990 inizia a giocare nei settori giovanili e nei vari campionati di categoria FIGC e successivamente negli amatoriali UISP:

Da allenatore ha iniziato occupandosi di preparazione atletica nella squadra amatoriale dell’Homer Simpson dove partecipa ai successi e al percorso che, in 4 anni, porta la squadra alla categoria Seniores, massima serie amatoriale Uisp.

Nel 2013-2014 inizia l’esperienza nella FIGC come 1° allenatore della juniores provinciale, della società Fornovo Calcio.

Esperienza che porta Giuseppe ad accrescere le proprie conoscenze iniziando un percorso da secondo allenatore/preparatore atletico in varie società (U.S.Montebello, Pol.Cervo, U.S. Carignano, Cus Parma) e frequentando diversi corsi dall’istruttore della scuola CONI a corsi privati con preparatori atletici fino ad arrivare a frequentare l’attuale corso per il patentino Uefa C per meglio mettere in campo le proprie idee di gioco e di gestione del gruppo.

Tuma, cosa ti spinge ad allenare? 

La passione per il calcio che ho fin da piccolo, la voglia di trasmettere ai ragazzi/bambini l’emozione che mi regalava il calcio in tutti i suoi aspetti.

Mi spinge anche l’adrenalina della sfida, della gara, vivere questo stato con i ragazzi.

L’ambizione di fargli conoscere un calcio diverso, da quello che si vive adesso, perché in quest’epoca i ragazzi non credo che mettano il calcio e lo sport in generale al primo posto, di conseguenza vivono con meno coinvolgimento il gioco.

Questo aspetto per me è fondamentale. Chi come me, è cresciuto negli anni 80-90 mette il giocare a calcio al primo posto.

Da giocatore se dovessi scegliere un ruolo nella squadra allenata da te in quale sceglieresti di giocare?

Naturalmente attaccante, il ruolo in cui ho sempre giocato.

Come imposti il tuo allenamento settimanale?

L’allenamento settimanale è basato su un microciclo di 3 allenamenti Martedì – Giovedì -Venerdì, considerando che giochiamo la Domenica.

1° allenamento con potenziamento aerobico + obbiettivi di gioco situazionale ed esercizi legati alla partita della Domenica, valuto quello che ha funzionato e quello che dev’essere rivisto. Inserisco anche dei circuiti iniziali polifunzionali.

2° allenamento lavoro su circuiti polifunzionali, SSG, 1 vs 1 – 2 vs 2 – 3 vs 3 ecc più esercitazioni con conclusione in porta. Se le partite non mi hanno soddisfatto da un punto di vista dell’intensità, aggiungo qualche lavoro a secco, per raggiungere l’obbiettivo prefissato insieme ai ragazzi, sempre condiviso con loro.

3° allenamento è basato tutto sulla preparazione alla gara. Un circuito iniziale su lavori di rapidità, poi partite a tema in funzione dei principi di gioco che useremo in gara.

Qual’e’ stata la partita che più ti ha regalato soddisfazioni nella tua carriera?

ARSENAL VS U.S. MONTEBELLO CAMPIONATO INTERPROVINCIALI ANNATA 2001, Vinto contro una corazzata in casa loro per 1-2,

Erano primi in classifica e ci avevano battuto in finale al torneo della Virtus, con urla negli spogliatoi assordanti.

Ho detto ai ragazzi di ascoltare bene quelle urla perché la rivincita (il karma) prima o poi sarebbe arrivata.

E così è stato; vincere in casa loro è stato magico…per di più hanno segnato 2 ex loro giocatori. Negli spogliatoi non ti dico….

Che cosa porti del corso nel tuo essere allenatore?

Mi porto a casa l’obbiettivo di dare ai ragazzi un calcio vivibile e senza stress, dove potergli regalare un momento tutto per loro, un momento nostro, dove il concetto di imparare si sposa con quello del divertimento, spontaneo e non isterico.

Permettergli di conoscere anche un calcio vissuto come nel passato, dove non era importante il risultato a tutti i costi, ma conseguirlo con un percorso fatto di gioia e anche acquisire uno spirito di sacrificio.

Di mettersi in gioco e trovare soluzioni in prima persona, capire cosa si può imparare da uno sport di squadra situazionale, sia in termini di relazioni, emozioni, gioco, cultura del lavoro, cultura della vittoria, cultura della sconfitta e lasciatemelo dire anche viverlo, in un certo senso come quando si giocava in strada.

Essere riconosciuto come un allenatore leader e non col telecomando in mano, un allenatore che ogni giorno ed a ogni allenamento possa insegnare calcio e creare giocatori pensanti e non dei robot senza sentimenti.

Bisogna essere sempre credibili e coerenti agli occhi di chi ti prende come riferimento e ti vede come leader.

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