Davide Biondo detto “Bio”: Allenare? Credetemi è una gioia indescrivibile!

Eccoci qui oggi con Davide Biondo che allena da 5 anni le giovanili del Fraore Noceto e che oggi è il responsabile del settore giovanile del Fraore Noceto dall’annata 2008 all’annata 2014.

E’ un piacere parlare con il “Bio” perché rientra in quelle persone che hanno competenza ma allo stesso tempo anche quella necessaria dose di ironia che gli permette di sorridere e scherzare su tutto dimostrando un entusiasmo contagioso.
Ritornando alle origini del suo essere allenatore racconta che ha accettato l’incarico con molta voglia e determinazione dando tutto se stesso per insegnare ai ragazzi tutto ciò che ha appreso nella sua esperienza da giocatore.
Il “Bio” ci tiene a sottolineare la sua esperienza dove ha fatto tesoro di tante situazioni, facendole sue e curandole nei minimi dettagli per poterle trasmetterle ai ragazzi.

Vivo questa esperienza con tanta passione voglia e determinazione perché in tutti i ragazzi c’è qualcosa dentro da scoprire e chissà, magari in uno o più di loro, c’è nascosto un talento particolare o un genio speciale da valorizzare e scoprire.
Per me giocare a pallone è sempre stata una passione indescrivibile sin quando ero piccolo. Ovunque andavo il pallone era con me nei miei piedi…come nel cartone Holly e Benji…” il pallone era il mio miglior amico”… non mi potevo staccare da lui.
Ai ragazzi dico sempre “divertitevi insieme al pallone perché lui ci sarà sempre in ogni istante. Non vi abbandonerà mai. Non vi chiederà mai niente ma vi darà sempre tutto.”

Il mio ruolo è sempre stato l’attaccante. Fare goal mi dava l’adrenalina. Era la conclusione adeguata agli sforzi comuni fatti insieme ai miei compagni.
Per questo ho un occhio di riguardo per il reparto offensivo delle mie squadre propense ad attaccare alla ricerca del goal che racchiude in se la gioia di tutto il gruppo, il coronamento del lavoro svolto.
Quindi in allenamento con le tue squadre come ti organizzi?
Il mio programma settimanale tipo (escludendo questo periodo di covid dove si è lavorato individualmente) è basato su partitelle a tema in campi ristretti con esercitazioni mirate alla fase offensiva con l’attenzione a correggere l’errore dove capita.
I ragazzi devono avere la libertà di sbagliare perché è umano. Dallo sbaglio impari l’errore e cerchi con l’esercizio mirato successivo di non commetterlo più. L’errore è alla base della crescita quindi il mio osservare e intervenire è mirato ad aiutare i ragazzi a migliorare e crescere sotto ogni punto di vista.

Quale è stata la partita che più ti ha regalato soddisfazioni nella tua carriera?
Da quando alleno ogni partita ogni vittoria regala emozioni diverse.
Il primo anno avevo una squadra mista 2008/09 e giocavamo sempre contro squadre tutte 2008. Un anno di differenza a quell’età si fa sentire tanto ma a giugno dopo aver continuato a lavorare tutto l’anno calcistico con questi ragazzi inaspettatamente riusciamo a vincere il torneo ASTRA di 2 giorni ai campi stuard.
Torneo pazzesco: 8 partite! Andavamo sempre sotto di qualche goal… ma poi con grinta e cuore ribaltavamo tutte le partite fino a trionfare. Fu la prima gioia immensa!
Un’altra grande gioia la provai al torneo di canavese (TO) dove ci presentavamo come una matricola contro squadre blasonate come Parma, Bologna Internazionale Milano, Nizza e tante altre.
Alla prima del girone incontriamo proprio l’Inter di Milano. C’era attesa per questa partita ma già dalla colazione insieme al mattino, durante il discorso notavo la carica giusta. In loro c’era quella concentrazione e quella determinazione adatta ad affrontare una partita di quel livello. I loro occhi, i loro sguardi, il loro silenzio… non gli dimenticherò mai!
In campo succede l’impensabile. Andiamo in vantaggio con un’azione manovrata in velocità. Gli avversari non l’hanno mai vista. Ma le partite sono lunghe e il loro tasso tecnico da squadra selezionata viene fuori e il risultato lo dimostra: 3 a 1 per loro.
Dentro di me dicevo:”E’ finita!”. Invece no perché i ragazzi volevano provarci ancora a giocarsela quella partita. Erano ancora in campo ancora concentrati e vedevo in loro la voglia di non mollare nemeno un centimetro.
Fu cosi che la pareggiamo 3 a 3. Incredibile la gioia e i festeggiamenti. I genitori fuori impazziti!
Questo Fraore che mette sotto l’Inter di Milano. Non ci credevo avrei fischiato subito la fine.
Purtroppo perdemmo quella partita 4 a 3 ma a fine gara ricevemmo gli applausi e i complimenti da tutto i pubblico, avversari compresi e specialmente i sorrisi nei volti dei miei ragazzi 2009 anche dopo la sconfitta..fu un momento speciale, da pelle d’oca!
Anche le sconfitte servono: sono fatte per crescere per mettere carattere.
Infatti altra prova di forza prima dello stop per Covid a gennaio 2020 quando giochiamo la finale wintercup a Colorno contro i padroni di casa.
Una vera finale: squadre fortissime. Purtroppo le influenze e gli infortuni in quel periodo non assistono la mia squadra e mi presento a Colorno con 3 ragazzi del 2010 in sostituzione agli assenti.
A fine primo tempo siamo sotto 1 a 0…ma noi, come avete capito non molliamo, siamo duri a cadere…e infatti diamo tutto e vinciamo il torneo 2 a 1. Penso che la forza sia stata in quello spogliatoio così unito che ha fatto si che i 2010 si calassero nella partita lottando senza paura insieme al più grandi 2009 per la posta in palio…meritandosi cosi tutti il primo posto.

Che cosa porti del corso nel tuo essere allenatore?
Ormai siamo alla fine di questo corso Uefa C che è stato lungo e impegnativo ma anche molto interessante e completo. Va ad arricchire il mio bagaglio di conoscenze con alcuni particolari speciali che non conoscevo e quindi sono molto soddisfatto. L’unico rammarico è essere potuti andare solo una volta sul campo…se avessimo avuto questa opportunità sarebbe stato ancora più bello.
Aspetto sicuramente positivo è stato conoscere tanti nuovi colleghi e sin da subito si e fatto spogliatoio grazie soprattutto al tutor che ci seguiva Maurizio Vici.
Adesso chi stai allenando?
Da quest’anno alleno i pulcini 2010, un gruppo dal potenziale e crescita enorme. Come in ogni altra squadra, lavorare con le giovanili ti permette di conoscere e di scoprire ogni ragazzo che è diverso caratterialmente dagli altri.
Ascoltarli, capirli, prenderli per mano e accompagnarli nel loro percorso e vedere i progressi è veramente speciale. Quando vedi che ti ascoltano e che ti rendi conto che nel bene o nel male farai sempre parte della loro vita è un’emozione davvero speciale.
Non credevo di riuscirci quando ho iniziato…ma credetemi con i ragazzi allenare è una gioia indescrivibile.
Grande Bio!
