“Perché faccio l’allenatore?” la tesi di Vincenzo Italiano

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La domanda che tutti noi almeno una volta ci siamo sentiti dire. La risposta da allenatore nella tesi di Vincenzo Italiano al corso MASTER UEFA PRO dal titolo “PASSAGGIO CALCIATORE-ALLENATORE: COSA RICORDARE E COSA METTERE NEL CASSETTO” mi ha colpito molto. E’ un tecnico che stimo molto, mi piace vedere le sue squadre e mi piace vedere alcune sue interpretazioni di gioco.

Non lo conoscevo “bene” ma dopo aver letto la sua tesi sicuramente mi è molto più chiaro il perché di alcune sue decisioni tattiche viste in partita.

“Sin dai primi anni nei professionisti come calciatore, ho avuto la fortuna di avere degli allenatori che mi hanno affascinato per le loro idee, il loro carisma, il loro coraggio, e questo ha suscitato in me calciatore qualcosa che mi ha spinto a dare di più, a rendere sempre meglio, a sentirmi più responsabilizzato nel bene e nel male.” 

Comincia così la tesi con una carrellata di ricordi ed emozioni che arrivano a definire quanto segue:

“Il destino ha voluto che in alcune stagioni, la squadra in cui mi trovavo era stata costruita ad esempio per una salvezza tranquilla, per poi invece ritrovarsi in cima alla classifica o comunque ottenendo risultati che andavano oltre le aspettative; ci ritrovavamo a passare da giocatori partiti nell’anonimato, a giocatori “esplosi” a fine stagione, che acquisivano valore e proseguivano le proprie carriere a livelli sempre più alti.


Dal mio punto di vista non si trattava soltanto di un gruppo di giocatori ben selezionati e amalgamati fra loro (fattore comunque fondamentale), ma soprattutto grazie ad allenatori, nonostante magari la giovane età o al primo/secondo anno in una certa categoria, in grado di dare una precisa organizzazione di gioco, un’identità chiara alla propria squadra. Per quanto mi riguarda, tutto ciò mi piaceva, mi faceva sentire un calciatore migliore, con più
autostima, più “organizzato” mentalmente e quindi più sereno nel dover affrontare le situazioni di gioco, più pronto. Ad un certo punto mi sono detto: “è così che mi piacerebbe fare, un giorno, da allenatore

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