Il calo motivazionale degli atleti post-lockdown

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Eccomi tornata con un nuovo articolo, oggi ho voluto trattare un tema molto dibattuto in quest’ultimo periodo: il calo motivazionale che i nostri ragazzi hanno subito a causa del lockdown, le cause ma anche i possibili strumenti da poter utilizzare in campo, e fuori, per aiutarli.

Improvviso, si, è proprio questo l’aggettivo che descrive al meglio il cambiamento che tutti i protagonisti del mondo sportivo, in primis gli atleti e i coach, hanno dovuto affrontare.

Da un momento all’altro i programmi di allenamento, gli obiettivi della stagione, sia individuali che di squadra sono stati interrotti e congelati fino a data da destinarsi. Tutto ciò cosa ha prodotto? Quali sono stati gli effetti sulla motivazione?

Innanzitutto cerchiamo di definire la motivazione: è quel fattore psicologico che determina la scelta, l’intensità (quanto mi metto in gioco) e la tenuta nel tempo di una determinata attività, in questo caso praticare il proprio sport.

I nostri ragazzi possono essere orientati internamente o esternamente: le motivazioni interne sono quelle più durature come la passione, la soddisfazione, il piacere che mi dà praticare quel gesto, il sentirsi capaci mentre svolgo il mio sport.

Le motivazioni esterne, invece, sono più labili, meno durature perché lo sport è strumento per giungere ad altro come la fama, il riconoscimento sociale, un ritorno economico ecc. In quest’ultimo caso, tali fattori non possiamo controllarli direttamente, non dipendono totalmente da noi ecco perché di fronte ad eventuali ostacoli è più facile che l’atleta abbandoni.

La motivazione però non dipende solamente e in modo esclusivo dall’orientamento individuale ma è molto importante risulta essere anche il clima motivazionale creato dall’allenatore e dallo staff.

Infatti, se l’allenatore pone tutta la sua attenzione sul risultato e la competizione, probabilmente dedica molto più spazio solamente agli atleti migliori e nel lungo termine può influire negativamente sulla motivazione di tutti: sia dei giocatori meno bravi, perché non percepiscono il sostegno e la considerazione del mister, ma anche di quelli più capaci dove le aspettative troppo elevate li condurranno a vivere uno stato di ansia perenne.

Al contrario, se l’allenatore e lo staff creano un clima orientato al compito, riconoscendo l’impegno e sottolineando i progressi di tutti, ciascuno si sentirà valorizzato ed efficace, influenzando positivamente la motivazione.

Quando gli allenamenti e le partite sono stati annullati, tutte le mete e gli obiettivi a breve, medio e lungo termine hanno perso valore, sia individuali che di squadra. Senza obiettivi cosa accade? Non siamo motivati perché ci manca una direzione da seguire!

Ecco perché al rientro da un periodo così complesso come quello del lockdown uno strumento fondamentale per incrementare naturalmente la motivazione dei nostri ragazzi/e è il goal setting: pianificare in modo strutturato e chiaro gli obiettivi di squadra e quelli individuali, con l’aiuto dello psicologo dello sport. Nel momento in cui ci si pone una meta chiara, realistica e che abbia un significato per noi questo ci motiva, ci spinge a mettere in atto determinate azioni per raggiungere i nostri obiettivi.

Spero  di avervi dato spunti utili per gestire al meglio l’eventuale calo motivazionale presente nei vostri ragazzi al rientro in campo. Ricordate che ciascun membro della squadra è differente e ha esigenze diverse, soprattutto in questo momento appare fondamentale lo sguardo attento sia al singolo che al gruppo nella sua interezza.

Nel prossimo articolo entreremo più nello specifico del goal setting approfondendo questo strumento molto importante che ci permette di orientarci al meglio nel percorso con i ragazzi.

Alla prossima!

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