La valutazione dei giovani calciatori – scuola calcio

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Il più forte di tutti è rosso. La valutazione oggettiva dei giovanissimi calciatori è di una difficoltà estrema.

In ambito di organizzazione del lavoro all’interno di una scuola calcio, intesa come progressivo sistema formativo degli atleti, poter monitore i progressi di ogni singolo elemento gioca, a mio avviso, un ruolo fondamentale.

Questo per due motivi fondamentali:

il primo è che in ogni momento, per chiunque si occupi della selezione o dell’andamento del lavoro, per il mister successivo, il responsabile, il visionatore o altro, è possibile avere informazioni su QUEL determinato giocatore, svincolato dal gruppo squadra.

Il secondo e anche più importante, è che sia il calciatore che il genitore possono avere informazioni sull’andamento della “carriera” calcistica. Un po’ come a scuola con le pagelle, via.

Dopo decenni di valutazioni ad occhiometro, col rischio di scadere nell’effetto pigmalione (il considerare qualcuno a seconda della prima impressione, facendosi poi influenzare successivamente da questa ndr), sarebbe ora di cominciare ad avere una visione un po’ più amplia e distaccata.

Durante la stagione 2017/18 ho messo in pratica questo sistema con un gruppo primi calci ultimo anno, cercando di estendere il sistema alle altre categorie, purtroppo con poco successo.

Ovviamente la valutazione riflette in gran parte un giudizio soggettivo sulla qualità nell’esecuzione delle esercitazioni proposte, dall’osservazione della loro applicazione in gara per quanto riguarda la parte tecnica, e dal comportamento nelle stesse situazioni per quanto riguarda l’aspetto psicologico.

Per ogni seduta di allenamento viene presa la presenza e data una valutazione sull’impegno profuso nell’affrontarla, per ogni atleta. Vengono segnati presenze, tempi giocati e goal segnati per le gare. I dati raccolti, insieme all’osservazione il più distaccata possibile, compongono mensilmente una tabella che riassuma le caratteristiche peculiari del piccolo atleta. A cadenza regolare, in tre momenti, vengono prese le misure antropometriche per monitorarne la crescita. Vengono inoltre individuate le “attitudini” del calciatore, poiché in questa fascia d’età parlare di ruolo è impensabile: sarà più o meno offensivo, o votato a giocare coi compagni, più esterno o centrale come naturale occupazione dello spazio di gioco.

A fine anno, una “pagella” vera a propria.

valutazione

Per quanto riguarda la parte tecnica, i focus per questa determinata categoria sono stati:

1v1: la capacità di affrontare un avversario diretto, sia in fase di possesso che in fase di non possesso, orientamento del corpo, tempo di intervento, capacità di eseguire finte di piede e corpo

COLLABORAZIONE: quanto il bambino ha imparato che nello sport che pratica esistono anche i compagni. Non è fondamentale, anzi, ma dà una indicazione su altri parametri, come l’attitudine a giocare in una porzione o l’altra di campo, o al contrario il timore di tenere palla, che si riflette negativamente sulla personalità.

RICEZIONE/TRASMISSIONE: meramente la capacità di trasmettere e ricevere l’attrezzo di gioco in maniera efficace e con le varie parti del piede.

ORIENTAMENTO: anche se è una capacità coordinativa, la ritengo fondamentale nello sviluppo del giovane calciatore. Più è precoce la consapevolezza di sé nello spazio, in relazione a palla, compagni, avversari, porta da difendere e da offendere, più il giocatore avrà l’attitudine a praticare un calcio moderno, fatto di decisioni e non di imposizioni.

Per la parte “psicologica”, invece si sono considerati:

AGGRESSIVITA’: la considero una qualità positiva, volendo ottenere a fine percorso degli atleti che non hanno paura del contatto e dello scontro, ma anzi ne provano orgoglio e ne traggono soddisfazione. Preferisco di gran lunga avere dei giocatori da frenare piuttosto che da spronare.

ATTENZIONE: saper ascoltare, osservare, pensare prima di agire. Resta fondamentale l’abilità dell’istruttore nel rendere agevole il compito ai suoi allievi.

AMBIZIONE: come per l’aggressività, è un aspetto positivo. L’ambizione a migliorarsi, la fame di arrivare o di primeggiare differenzia nel lungo periodo un giocatore di calcio da un amatore.

PERSONALITA’: la caratteristica di ogni giocatore di mettersi in gioco, di essere da esempio o riferimento. In parole povere il carisma, come si diceva un tempo.

Ed ecco come mai il più forte di tutti è rosso.

Ognuno di questi focus vengono valutati con un valore tra 1 a 5, confrontandosi fra l’istruttore e il suo assistente.

Raccolti questi dati, si forma la scheda riassuntiva della valutazione e si archivia, anno dopo anno.  In ogni biennio (primi calci, pulcini, esordienti), i focus vengono modificati a seconda della categoria di riferimento e delle richieste del direttore tecnico. Almeno questa era la mia intenzione iniziale.

Obiettivamente è però un lavoro lungo e tedioso, che solo chi è “invasato” o professionista può fare. So che non per tutti allenare sia una “cosa seria”, più che mai nel dilettantismo sfrenato. Lo accetto, ma non lo capisco.

Sono sempre più convinto che non essere dei professionisti ci costringa ad essere estremamente professionali.

Per chi fosse interessato a ricevere la scheda di valutazione in formato excel pronta per essere compilata inoltrare la richiesta via mail a paolo@ilmisterone.com.

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1 comment

  1. Massimo 8 Agosto, 2021 at 10:40 Reply

    Complimenti!!!! Semplice da leggere; interessantissimo per la scuola calcio dove io collabora in una società sportiva nella periferia di Perugia👍⚽️

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