Ragazze resilienti: Diamo un calcio al COVID19 ed al razzismo

Ragazze resilienti per il calcio femminile italiano e saharawi
Sabato scorso, nella giornata internazionale del rifugiato, le ragazze della rappresentativa UISP di calcio a 5 di Parma, armate di disinfettante e mascherine, hanno vestito la maglia con la bandiera del Sahara Occidentale per partecipare al primo torneo sperimentale di calcio destrutturato.
Quella di sabato 20 è stata una prova generale per la UISP e per le ragazze di sperimentare un modo di giocare che abbatte il rischio di contagio da COVID19.
Nella stessa giornata la UISP, pubblicandole foto del corso da arbitri che si è svolto presso i campi profughi in Tunisia, ricordava la raccolta fondi di Jaima Saharawi per evitare il disastro umanitario presso questi campi vicino a Tinduf.
diamo un calcio al covid19
Purtroppo, in Italia non siamo ancora usciti dall’epidemia di COVID19, che durante gli ultimi mesi ha mietuto molte vittime nel nostro territorio. Questo virus ha cambiato molte cose nelle nostre vite, per qualcuno anche in maniera molto significativa. Tra le tante cose è riuscito a prendersi la nostra socialità e ci ha spesso costretto a stare lontani dalle persone care per non metterle a rischio.
Le regole per il contenimento dei nuovi contagi impone una linea ferrea di sicurezza sanitaria, ma con le dovute precauzioni e misure, le ragazze (assieme ai compagni della rappresentativa maschile) hanno cercato di dare un calcio alla paura, guidate un forte desiderio di riappropriarsi della loro vita anche dal punto di vista sportivo.
il torneo
Le ragazze della rappresentativa di calcio a 5 di Parma si sono divise in 2 squadre di 5 giocatrici ciascuna e si sono affrontate in un torneo composto di 4 fasi:
- Calcio-tennis 2 contro 2;
- Calci di rigore;
- Shoot out;
- Dai-e-vai con conclusione a tiro.
Tutte queste attività si sono svolte in sicurezza, alla dovuta distanza, evitando qualunque tipo di contatto anche involontario tra le giocatrici.

considerazioni delle ragazze al termine della giornata
Le ragazze hanno sentito come liberatorio, dopo un lungo periodo di astinenza, poter ricominciare a giocare con una palla.
Ovviamente questo non è il calcio a cui erano abituate, ma ben comprendendo la grave situazione sanitaria che stiamo ancora vivendo, non si poteva sperare di meglio!
Il loro desiderio è quello di poter ripetere queste attività anche nei prossimi week end estivi in attesa di nuove regole meno rigide da parte del governo, almeno per mantenere viva la passione e per avere un momento di riconciliazione con le proprie amiche e compagne di squadra.
Purtroppo ancora non si sono verificate le condizioni di sicurezza che permettano di giocare a contatto; le ragazze si divertono anche con questi giochi, che mettono alla prova le proprie capacità tecniche, ma non nascondono la speranza di poter riprendere una normale attività di calcio a 5 in palestra in autunno.
Ci uniamo alla loro preghiera affinché che questo incubo sanitario svanisca presto, non solo per lo sport, ma soprattutto per non piangere nuove vittime.
Intanto cerchiamo di ricostruire con le dovute cautele i rapporti umani che erano venuti a mancare in quarantena.



Ragazze resilienti per il Sahara Occidentale
Nel vestire la maglia con la bandiera Saharawi, le ragazze hanno potuto sottolineare il forte impegno che Rete Saharawi ( rete di associazioni ed istituzioni italiane che lavorano al fianco del popolo Saharawi, tra cui UISP, Tuttimondi, Jaima Saharawi…) ha verso lo sport (anche al femminile) nei campi profughi delle popolazioni del Sahara Occidentale in Algeria.
Le ragazze lottano ogni giorno, ben conoscendo le difficoltà e la disparità di trattamento rispetto agli uomini di tutto il mondo. Oggi, queste ragazze lottano anche per la vita, nell’impegno per cacciare il virus che si sta affacciando anche sul continente africano.
Grande è il lavoro delle associazioni e delle istituzioni nel ripristinare la forza del legame di solidarietà che si era allentato durante il periodo della quarantena.
Tutti soffriamo per l’azione di questo virus e tutti dovremmo unirci per aiutarci a vicenda per ricominciare. Dall’unione viene la forza!

