Mister Gottuso: umiltà e determinazione

Battuta sempre pronta con una punta di sarcasmo che non sai mai se ti sta prendendo in giro o vuole metterti alla prova. Così ho conosciuto Davide Gottuso, mister dell’ASD calcio a 5 FORLI militante nel campionato di C1.
Oltre alle mille risate sia durante il corso che in qualche serata attorno ad un buon piatto di carne ho avuto la fortuna di confrontarmi con lui sull’argomento riguardante l’allenamento cognitivo .

Tra le varie cose mi dice: “Sono sempre stato affascinato dall’allenamento cognitivo, trovo fondamentale far crescere i ragazzi che alleno da questo punto di vista, perché sono convinto che allenare a “risolvere problemi” porti l’atleta, ma soprattutto la persona che hai davanti a crescere in maniera esponenziale.
Partendo dal presupposto che non esisteranno mai due azioni identiche in una partita di futsal diventa fondamentale anche in allenamento permettere ai giocatori di vivere più esperienze possibili su situazioni di gioco il più possibile vicine a quelle della partita.
In considerazione di ciò credo che negli allenamenti di futsal sia necessario partire da un elemento base, il problem solving, cercando di allenare in maniera congiunta tutte le componenti tecniche, tattiche, fisiche e cognitive in un unico esercizio, utilizzando situazioni simili a quelle che incontreranno in campo; in questo modo si riuscirà ad abituare i giocatori a risolvere nel miglior modo possibile i problemi di gioco relativi alle specifiche situazioni.

Mister Gottuso continua sottolineando un concetto fondamentale di chi affronta gli allenamenti con questa filosofia.
In pratica cerco di allenare il giocatore a non limitarsi all’utilizzo di un gesto tecnico in maniera meccanica ma adattandolo alle varie situazioni.
Alleno il giocatore a pensare, cerco di aumentare la sua capacità di raccogliere, interpretare ed elaborare informazioni in quanto in partita sarà costretto a mantenere un alta concentrazione perché dovrà elaborare ed affrontare un altissimo numero di stimoli tattici, ambientali e tecnici in continuo mutamento.

Nello specifico cercherò di creare esercizi complessi capaci di:
– Aumentare la percezione, l’analisi e la scelta da parte dei giocatori;
– Costringere il giocatore a porsi costantemente domande sul come agire e reagire;
– Provocare un’interpretazione ottimale delle situazioni di gioco;
– Includere il maggior numero possibile di stimoli cognitivi;
– Utilizzare condizionamenti di maggior complessità rispetto al gioco reale;
– Insegnamento di tattica e tecnica in forma indiretta, attraverso la loro scoperta, in
– modo che sia più efficace e duraturo.
– Aumentare la precisione nel valutare tempo, spazio e posizione dei giocatori;
– Stimolare la creatività e la libertà di prendere decisioni.

Un esercizio da attuare in un allenamento cognitivo ad esempio sullo spazio
(dimensioni e ampiezza) potrebbe essere una partitella di 20 minuti circa dove 2 squadre (nella figura 4 gialli, 4 verdi e due portieri rossi) giocano con l’obiettivo per i gialli di attaccare la porta bianca e per i verdi la porta viola.
Si gioca a tocco libero ma nella propria metà campo il passaggio può essere effettuato solo in avanti.
Al fischio dell’allenatore i gialli dovranno invece attaccare la porta nera mentre i verdi la porta rosa e si giocherà con massimo 3 tocchi.
Il portiere della porta bianca andrà a difendere la porta rosa mentre quello della porta viola invece difenderà quella nera. Ogni volta che l’allenatore fischia si passa da un tipo di partita all’altro.
I giocatori si divertono mentre giocano la partita ma allo stesso tempo devono continuamente adeguarsi alle variazioni concordate all’inizio.

Grande mister Gottuso, grazie per questa chiacchierata piena di stimoli e di elementi su cui pensare e in bocca al lupo per il proseguo della stagione.