Cronaca di una stagione difficile

Far parte del team del misterone.com mi ha permesso di ritrovare una parte di me stesso che negli anni avevo perso per strada.
Ho sempre amato riflettere in silenzio su tutto quello in cui la vita di ogni giorno mi catapulta e, ancor di più, ho sempre amato condividere questi pensieri con le persone più care.
Questo blog mi ha permesso di avere un nuovo amico, una nuova persona cara con cui confidarmi nel momento del bisogno.
Così, stasera davanti a pc e ad una tazza di caffè, mi ritrovo a riflettere su questa stagione che sta finendo.
Una stagione travagliatissima, in assoluto la più difficile della mia vita; non sono qui per condividere le mille cause di questo “parto” , avendole già ampiamente analizzate ogni settimana da agosto ad oggi, quanto per raccontarvi ciò che questa annata ha portato in me.
A luglio o ad Agosto, prima di cominciare le attività, sulla carta partiamo probabilmente tutti con ambizioni e motivazioni da sceicchi.
La stagione parte quindi con molta carica, inizia il mio primo anno con i Giovanissimi B 2005 in compagnia dell’amico Cristian (che sfortunatamente è dovuto stare fuori dal campo per tanti mesi causa uno sfortunato incidente).
Ti accorgi però in poche settimane che le premesse non sono rispettate; la squadra non gira in nessun modo e le dure sconfitte continuano a fioccare, con tutti i conseguenti danni al morale di un gruppo molto fragile.
Ma soprattutto, capisci che il vero “dramma” è senza dubbio percepire di non esser stato minimamente in grado di accendere l’anima di questi ragazzi.
Dopo un chiarimento di novembre necessario con la società, continui a portare avanti la stagione rendendoti perfettamente conto della difficoltà della sfida. E infatti, a parte qualche rarissimo lampo, la situazione non migliora…anzi!
Sei cosciente di essere ingabbiato in un vortice di negatività totale: gli allenamenti diventano faticosissimi, un qualcosa che vorresti evitare come il dentista e quell’ora e mezza sul campo (per tre volte a settimana) ti porta più stress e rabbia di 8 ore di lavoro quotidiano.
Sensazioni mai provate prima, che probabilmente non sono nemmeno stato troppo capace di camuffare davanti a dei ragazzi di 13/14 anni. E sia chiaro, questo è stato per molti mesi un grosso macigno sulla mia coscienza.
Dopo tante delusioni e tante aspettative spesso riviste, il campionato termina malamente con un penultimo posto in classifica. È quindi tempo di nuovi obiettivi per il riscatto: i tornei primaverili.
Un giorno di Aprile, dopo una delle tradizionali e continue riflessioni di cui parlavo prima, osservando vecchi e bellissimi ricordi ebbi un’illuminazione. Semplicemente, mi accorsi di aver sbagliato tutto! Avevo impostato l’annata senza ascoltare ciò di cui questo gruppo di ragazzi aveva bisogno: divertimento, serenità. Li avevo bombardati per mesi di tantissime cose diverse, senza accorgermi che non si stavano minimamente divertendo nelle loro ore di svago settimanale (e di conseguenza era impossibile pretendere qualcosa ). E, manco a farlo apposta, era proprio quello che stava succedendo a me.
Corsi subito il giorno dopo a SCUSARMI con loro per tutte queste mie mancanze, gli rinnovai la mia fiducia e cercai da quel giorno di liberargli la mente il più possibile e alimentargli quell’entusiasmo fanciullesco nel rincorrere il pallone, in modo da finire col sorriso quest’anno calcistico.
La stagione deve ancora terminare, ma da quel giorno qualcosa è cambiato davvero.
Il torneo Scirea, un importante torneo organizzato dalla Juventus Club Parma che sulla carta ci dava già sconfitti con 6 gol subiti a partita, si sta rivelando spettacolare (per la nostra dimensione) e pieno di sorprese.
Vari ragazzi sono stati adocchiati e qualcuno ha ricevuto importanti chiamate, ma soprattutto con immenso piacere ho notato che tutto il lavoro affrontato con rabbia, stress e nervosismo nei grigi mesi precedenti non è stato affatto tempo perso e che la maggior parte di loro ha raggiunto un ottimo livello di prestazioni.
Vedere una squadra giocare alla pari (talvolta meglio) contro avversarie arrivate nei primi 2 posti dei rispettivi gironi, e quindi giocatori CRESCIUTI, è stata già una enorme soddisfazione. Gioire per una splendida vittoria mercoledì scorso è stata un’emozione unica, che ci ha ridato tanto entusiasmo e tanta forza.
-Perchè ho scritto questo articolo?-
Come vi ho già detto, amo condividere le mie riflessioni. A volte lo scarso tempo libero ostacola questo processo.
Ma la cosa più importante che ho acquisito da questo anno devastante per tutti (si, lo devo dire) è che non è mai troppo tardi per ammettere gli errori e provare a cambiare le cose.
Anche di fronte ad 8 mesi di bastonate violentissime e di motivazioni sotto terra, è sempre cosa giusta continuare a lottare…improvvisamente può arrivare qualche raggio di sole a riscaldare la situazione.
Pur non meritandomi di prendere tutte le colpe, l’annata 2018-2019, come già detto, è stata molto preziosa come esperienza, ma allo stesso tempo molto pesante per la mia autostima.
Il mio carattere e i miei valori mi hanno portato dopo questo “parto” a fare un passo indietro e a ripartire da capo, con bambini di un’età che penso scoraggerebbe la maggior parte degli allenatori lettori di questo blog: classe 2012!
La mia missione, oltre ad aver bisogno di ritmi più tranquilli, è quella di trasmettere tutto ciò che ho imparato in questi anni con le classi 2005, 2004, 2003 a bambini di 7/8 anni, per far si che arrivino pronti alle annate successive e abbiano una esperienza di scuola calcio soddisfacente e completa. Negli anni sulla mia pelle ho vissuto infinite lacune e mancanze che hanno ostacolato il mio lavoro e quello dei miei colleghi delle “classi grandi”.
Siamo giunti alla fine dell’articolo. Una cosa è certa, vi ho raccontato tutte le nostre disavventure, ma nell’album dei ricordi la foto di questi ragazzi sarà per sempre presente.
Grazie ragazzi!
La morale è sempre quella………….NON MOLLARE MAI!