Ve la sentireste di allenare il calcio femminile?

8 marzo 2018 In occasione della Festa della Donna mi piaceva valutare quali sono le differenze tra calcio femminile e calcio maschile e quali doti servono a un mister per allenare le donne.
Qualche anno fa (ormai 14 ) mi presi l’impegno di fare il mister della rappresentativa femminile provinciale di calcio a 5. Il calcio femminile non era molto diffuso (ancora meno di oggi per lo meno) e la richiesta che mi era stata fatta mi aveva stimolato e dato l’occasione per conoscere meglio questo mondo che frequentavo da anni in ambito maschile ma che mi era sconosciuto dal lato femminile.
Rimasi subito favorevolmente colpito sia dall’entusiasmo che dalla passione che le ragazze dimostravano durante gli allenamenti.
Ero convinto erroneamente che ci fosse tra di loro dal punto di vista tecnico e tattico molta confusione di base sui movimenti e le posizioni e molte corse a vuoto invece rimasi colpito, oltre che dalla tecnica e dalla tattica individuale anche dalla dedizione e soprattutto dall’applicazione che le ragazze erano in grado di garantire in allenamento e in gara consentendoci di vivere una bella esperienza vincente sia a livello umano che calcistico.
Ricordo con piacere quell’annata anche se ritengo che, se per allenare in generale serve motivazione e passione, in ambito giovanile e ambito femminile serve ancora di più competenza e attenzione perché i margini di crescita, ancora oggi, sono elevati e gli aspetti di sensibilità, calore umano, adattabilità al capire e a regolare i continui sbalzi d’umore diventano strumenti fondamentali in queste categorie.
In ambito femminile, come per le giovanili, è fondamentale monitorare e comprendere con chiarezza tutto quello che accade nello spogliatoio e in campo. In ambito femminile un normale diverbio può avere strascichi lunghissimi. Una parola detta di troppo, diventa una rottura insanabile se non viene gestita per tempo.
Ho preso da internet alcune risposte significative di calciatrici che fanno capire che caratteristiche deve avere il mister ideale:
- Disponibile e presente
- Professionale e serio
- Motivare e comunicatore
- Preparato e competente
- Autorevole
- Capace di adattarsi
- Carismatico ed empatico
- Comprensivo
- Sincero, deciso e schietto
- Rispettoso e coerente
Aspetti che sembrano scontati ma proviamo a valutare il nostro operato nelle ultime settimane rispetto a queste voci, che voto ci daremmo?
Forse tutti positivi ma potrebbe anche esserci qualche “calo” fisiologico o qualche mancanza di attenzione che forse non sempre verrebbe gradito da una squadra femminile e che invece in ambito maschile verrebbe ignorato o per lo meno non ritenuto così importante.
Dal punto di vista motivazionale le ragazze hanno una maggiore propensione al lavoro e una maggiore capacità di attenzione e di analisi. Tendono a preferire allenamenti che implicano uno stile collaborativo e non competitivo.
Di contro però tendono ad incolparsi facilmente, attribuendo i propri insuccessi, i fallimenti e le sconfitte a se stesse (hanno infatti, in generale, una scarsa autostima e poca fiducia nelle proprie capacità).
Tendono a complicare anche le situazioni semplici e, cosa più importante, non hanno un modello di riferimento femminile al quale ispirarsi.
Allenare il femminile quindi deve portare il mister a prepararsi molto bene su:
- saper ascoltare i reali bisogni delle ragazze,
- ragionare sempre democraticamente
- saper motivare le scelte adottando un comportamento corretto e coerente,
- saper dare fiducia (responsabilizzazione, rinforzi positivi, incoraggiamenti e istruzioni tecniche),
- calibrare con competenza gli allenamenti sulle reali capacità delle ragazze
- stimolare la consapevolezza degli apprendimenti enfatizzando l’impegno per l’ottenimento dei miglioramenti,
- correzione dell’errore attraverso istruzioni tecniche.

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